Fini norme su irregolari dopo istruttoria

 

Immigrazione: Fini, norme su irregolari dopo istruttoria

 

(ANSA) - ROMA, 4 GIU - "Il provvedimento sugli irregolari in nero ci sarà non appena saremo in grado di quantificarne il numero ed avremo definito quali sono gli adempimenti necessari per l'emersione. Non appena avremo quindi tutti gli elementi che al momento non sono a disposizione". Lo dice il vicepremier Gianfranco Fini, subito dopo l'approvazione alla Camera del ddl Bossi-Fini, che il leader di An definisce "una legge europea".

Il vicepremier respinge poi al mittente le accuse dell'opposizione sul ddl appena approvato."Sono stato tanti anni all'opposizione - dice - e capisco che quando non si hanno argomenti si spara al bersaglio grosso, ma questa è una legge europea, che coniuga rigore nei confronti dei clandestini con doverosa solidarietà nei confronti di chi viene in Italia per lavorare e si inserisce nella nostra società rispettandone le regole".

Tornando al provedimento sugli irregolari in nero, che è alla base dell'intesa con l'Udc, Fini spiega poi che "l'aggettivo 'contestuale' è sempre riferito ad una dimensione temporale. Ed è evidente che non possiamo fare il provvedimento tra un minuto. Abbiamo preso un impegno politico e lo manteniamo, ma gli amici dell'Udc sono perfettamente consapevoli che dobbiamo predisporre uno strumento che sia efficace e che dunque comporta una istruttoria".

La non 'contestualita'' del provvedimento sugli irregolari in nero e l'entrata in vigore della Bossi-Fini potrebbe rendere illegale la posizione di alcuni imprenditori? "L'imprenditore che sfrutta un clandestino - replica Fini - non credo meriti uno sguardo di attenzione e di comprensione. Ricordiamo che ci sono tanti imprenditori italiani che hanno regolarizzato i clandestini, pagano i contributi ed hanno perfettamente compreso cosa sia uno spirito di autentica solidarietà. Poi ci sono, soprattutto in alcune aree del paese, fasce di lavoratori che non sono ancora emersi. Si tratterà di favorire l'emersione, così come si fa per i lavoratori connazionali ed europei".

Quanto al tema delle impronte digitali, Fini afferma di "non comprendere lo scalpore". "L'ordine del giorno presentato da Rutelli è stato accolto senza alcuna difficoltà. Abbiamo già detto in mille circostanze che i rilievi dattiloscopici non potevano essere riferiti soltanto a chi è in Italia con un permesso di soggiorno o con un contratto di lavoro. E' una norma che deve valere per tutti, anche per gli italiani". (ANSA).