In questa Sezione sono raccolte le principali pronuncie dei TAR e
del Consiglio di Stato suddivise in ordine cronologico e in base
alle pricipali tematiche trattate nelle stesse
- asilo e
rifugiati
- carta
di soggiorno/permesso CE per soggiornanti di lungo periodo
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cittadinanza italiana e apolidia
- decreti
flussi
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famiglia e minori
- lavoro
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Ingresso,soggiorno e rinnovo del titolo di soggiorno
ASILO E RIFUGIATI
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TAR Lazio Sentenza del 13 ottobre - 3 novembre 2011 n. 8434:trasferimento
in Austria quale Stato competente a decidere sulla domanda
di asilo politico - nessun rilievo può essere attribuito il
rilascio del permesso di soggiorno per richiesta di asilo,
trattandosi di effetto automatico conseguente alla
presentazione della domanda di protezione
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Consiglio di Stato Sentenza del 13 maggio - 14 settembre
2011 n. 5125: "tutti
i provvedimenti che negano il permesso di soggiorno per
protezione internazionale (da quella diretta al
conseguimento della protezione maggiore fino a quella
residuale di cui al richiamato art. 5, comma 6, del D.lgs.
n. 286/1998) rientrano nella giurisdizione del giudice
ordinario, in quanto la posizione giuridica azionata
dall’interessato ha consistenza di diritto soggettivo."
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TAR Lazio Sentenza del 27 giugno - 1° settembre 2011 n.7101:"ritenendo
l'Ungheria un paese terzo sicuro e non ravvisando motivi che
avrebbero potuto indurre l'Italia ad assumere la competenza
ai sensi dell'art. 3.2 del Regolamento Dublino II, l'Unità
Dublino ha disposto il trasferimento in Ungheria del
ricorrente per l’esame della sua domanda di protezione.
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TAR Lazio Sentenza del 26 maggio - 1° settembre 2011 n. 7096: "ritenendo
l’Austria un paese terzo sicuro e non ravvisando motivi che
avrebbero potuto indurre l’Italia ad assumere la competenza
ai sensi dell’art. 3.2 del Regolamento Dublino II, con
provvedimento del 30/6/10, notificato il giorno 30/7/10,
l’Unità Dublino ha disposto il trasferimento in Austria dei
ricorrenti per la disamina della domanda di protezione."
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TAR Lombardia Sentenza del 24 giugno 2011 n 1708: la
giurisdizione spetta al giudice ordinario anche nel caso in
cui si censuri la revoca del permesso di soggiorno da parte
del Questore, a seguito del diniego di protezione
internazionale opposto dalla Commissione territoriale
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Consiglio di Stato Ordinanza del 10 giugno 2011 n. 2498: sospensiva
in base all'art.15 del Regolamento n.343 del 2003
(Regolamento Dublino) che attribuisce allo Stato italiano la
competenza a esaminare la domanda di protezione
internazionale laddove si rappresentino motivi La nascita di
un figlio da una cittadina straniera abitualmente
soggiornante in Italia impedisce il trasferimento a Malta in
base all'art. 15 del Regolamento Dublino.
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TAR Lazio Sentenza del 25 marzo 2011 n. 2686: "il
provvedimento impugnato deve essere annullato in relazione
alla reale situazione in cui versano i richiedenti asilo in
Grecia anche dopo il recepimento delle direttive comunitarie
con conseguente ingiustificato mancato ricorso alla clausola
di sovranità di cui al’articolo 3.2 del Regolamento CE
343/03"
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TAR Lazio Sentenza dell'8 marzo 2011 n. 2107: inammissibile
per difetto di giurisdizione il ricorso contro il diniego
della concessione di un permesso di soggiorno per asilo
politico, non essendo stato riconosciuto dalla Commissione
nazionale per il diritto di asilo all’istante lo status di
rifugiato: si deve proseguire dinanzi al giudice ordinario
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TAR Veneto Sentenza del 28 febbraio 2011 n. 329: "a
fronte del consolidarsi del diniego della commissione
territoriale l’impugnato diniego è un atto meramente
conseguenziale, per il quale difetta in capo al Questore
qualsiasi discrezionalità, e pertanto il sindacato sulla
sussistenza o meno della situazione giuridica sostanziale,
consistente nel diritto di permanere nel territorio
nazionale, spetta al giudice ordinario"
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TAR Lazio Sentenza del 16 febbraio 2011 n. 1470: doglianza
della violazione della richiamata norma comunitaria
(articolo 19 comma 4 Regolamento CEE n. 343/2003), che
avrebbe fatto scattare la competenza dello Stato italiano a
decidere sulla domanda di asilo, stante il decorso del
termine di sei mesi da essa previsto per l’attuazione del
trasferimento in Grecia, circostanza nuova sulla base della
quale l’interessato ha proposto la domanda di riesame -
dell’originaria determinazione, impugnata con ricorso
straordinario – respinta con il provvedimento in questa sede
gravato
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TAR Lazio Sentenza dell'11 febbraio 2011 n. 1363: "le
accertate violazioni da parte della Grecia dei diritti
dell’uomo - anche ad opera della Corte Europea dei diritti
dell’uomo - devono indurre l'Amministrazione ad effettuare
una più approfondita valutazione della particolare
situazione nella quale si sarebbe potuto trovare il
ricorrente, in quanto richiedente asilo, chiarendo, proprio
con riferimento alla situazione dello stesso, per quale
ragione, nonostante le contrarie raccomandazioni
internazionali, il suo trasferimento verso la Grecia dovesse
ritenersi obbligatorio o comunque preferibile rispetto alla
possibilità di fare applicazione, nel caso in esame,
dell'articolo 3 comma 2, regolamento CE n. 343 del 2003"
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TAR Lazio Sentenza del 26 gennaio 2011 n. 743: rigetto
del permesso di soggiorno per motivi umanitari - il ricorso
deve essere dichiarato inammissibile per difetto di
giurisdizione del giudice amministrativo e deve dichiararsi
la giurisdizione del giudice ordinario (articolo 11 D.Lgs. 2
luglio 2010, n. 104)
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TAR Lombardia Sentenza del 12 gennaio 2011 n. 41: da
una serie di documenti, l’ultimo dei quali risale al
dicembre 2009, elaborati dall’U.N.C.H.R. (Alto Commissariato
della Nazioni Unite per i Rifugiati), emerge come la Grecia
non possa essere considerato un Paese in grado di garantire
una procedura di asilo equa ed effettiva e quindi si
raccomanda ai Governi degli altri Stati europei di non
rinviare nel predetto Paese i richiedenti asilo, secondo la
procedura disciplinata dal Regolamento Dublino II.
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TAR Sicilia, Sentenza del 23 ottobre 2009 n
. 1703: compete
al al giudice ordinario la giurisdizione sul permesso per
motivi umanitari: la domanda riguardante il rilascio di un
permesso di soggiorno per motivi umanitari è devoluta alla
giurisdizione del giudice ordinario, trattandosi di una
situazione giuridica qualificabile come diritto soggettivo
ed appartenente alla categoria dei diritti umani
fondamentali, garantiti dall'art. 2 e 10 della Costituzione
e dall'art. 3 della Convenzione Europea dei diritti
dell'uomo.
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Consiglio di Stato, Decisione del 18 settembre 2009 n.
5619: ilrespingimento
della richiesta di permesso di soggiorno per asilo politico
da parte del questore sul presupposto della decisione
negativa emessa dalla competente Commissione centrale per il
riconoscimento dello status di rifugiato è un atto dovuto e
consequenziale . In mancanza di un’istanza di parte volta a
richiedere il rilascio di un permesso di soggiorno ad altro
titolo, ad es. per motivi umanitari, il questore non può
indagare d’ufficio ai fini di verificare l’eventuale
sussistenza di motivi umanitari ai fini della permanenza
dello straniero in Italia. Questo soprattutto dopo l’entrata
in vigore dell’art. 17 del d.lgs. n. 251/07, in base al
quale la verifica dei presupposti per il riconoscimento
dello status di rifugiato, ovvero della protezione
sussidiaria ovvero la possibilità di segnalare i motivi
umanitari, sono di competenza della commissione territoriale
per il riconoscimento della protezione internazionale.
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TAR Lazio, ordinanza di sospensiva del 15 Luglio 2009
n.03428/2009: sospeso
il trasferimento in Grecia di un richiedente asilo. Le
lacune nel sistema d’asilo in Grecia impongono al Ministero
dell’Interno di compiere un’approfondita valutazione prima
di decidere in merito all’eventuale trasferimento in Grecia
dei richiedenti asilo in base alla clausola del primo paese
d’asilo ovvero di applicare il criterio derogatorio di
competenza a pronunciarsi sulla domanda di asilo di cui al
“Regolamento Dublino” (n. 343/2003/CE)
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Consiglio di Stato, Sentenza del 17 marzo 2009 n. 1402: 1)
sussistenza di giurisdizione del giudice ordinario, in
materia di riconoscimento dello status di rifugiato, quale
figura giuridica riconducibile – al pari di quella dei
richiedenti asilo – a diritti soggettivi, 2) anche la
sussistenza di gravi e conosciuti conflitti interni (non
necessariamente implicanti vera e propria guerra civile)
possono costituire presupposto per il riconoscimento dello
status di rifugiato politico, quando la situazione
socio-politica del Paese, pur a regime democratico, renda
plausibile il rappresentato pericolo per l’incolumità del
singolo cittadino.
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Consiglio di Stato, sezione sesta, decisione del 9 gennaio
2009, n. 1402: in
materia di riconoscimento dello status di rifugiato
politico, il Consiglio di Stato (la causa era stata
introdotta prima dell'entrata in vigore della legge
6.3.1998, n. 40 in base al quale si è attribuita la
giurisdizione del giudice ordinario) ha ribadito che, anche
in mancanza di azioni persecutorie riconducibili al Governo
di un Paese, la sussistenza di gravi e conosciuti conflitti
interni (non necessariamente implicanti vera e propria
guerra civile) possono di per sè costituire presupposto per
il riconoscimento dello status di rifugiato politico, quando
la situazione socio-politica del Paese pur a regime
democratico, renda plausibile il rappresentato pericolo per
l'incolumità del singolo cittadino
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TAR Lazio Sentenza del 5 novembre 2008 n° 9723: il
mancato riconoscimento dello status di rifugiato da parte
della Commissione Territoriale non esclude l'onere del
Questore di verificare, ai sensi dell'articolo 19 del T.U.
del 98/286 e dell'articolo 28 comma 1 lettera d) del D.P.R.
del 99/394, la possibilità di rilascio del permesso di
soggiorno per motivi umanitari.
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TAR Lazio Sentenza 8 ottobre 2008 n. 8831: il
diniego di rilascio del permesso di soggiorno, richiesto per
asilo politico, non consegue automaticamente al mancato
riconoscimento dello status di rifugiato politico, dovendo
il Questore verificare la possibilità del rilascio del
permesso di soggiorno per motivi umanitari ai sensi
dell’art. 5, comma 6, del d.lgs. n. 286/1998
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TAR Puglia Sentenza del 19 maggio 2008 nr. 1398: l’impugnazione
del diniego di riconoscimento dello status di rifugiato, in
quanto controversia che involge diritti soggettivi, va
proposta davanti al Tribunale ordinario anzichè quello
Amministrativo
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TAR Lombardia - Sentenza del 17 Gennaio 2008 n. 420: in
merito al provvedimento di trasferimento dell’interessato in
altro per l’esame della domanda di asilo politico, ossia
alla nazione che aveva riconosciuto la propria competenza in
materia a seguito di una precedente richiesta
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TAR Friuli - Sentenza del 28 settembre 2006 n. 608: é
competente a conoscere delle domande presentate dai
richiedenti asilo presenti nei centri di identificazione o
nei centri di permanenza temporanea o assistenza la
commissione territoriale nella cui circoscrizione
territoriale è collocato il centro. Negli altri casi è
competente la commissione nella cui circoscrizione è
presentata la domanda
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CARTA DI SOGGIORNO / PERMESSO CE PER SOGGIORNANTI DI
LUNGO PERIODO
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Consiglio di Stato Sentenza del 13 - 16 gennaio 2012 n. 130: la
domanda di carta di soggiorno (ora denominata permesso di
soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo) ancorché
respinta può sempre formare oggetto di una nuova istanza in
rapporto alle mutate condizioni della persona ed alla
evoluzione del quadro normativo
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TAR Sardegna Sentenza del 23 novembre - 5 dicembre 2011 n.
1188: la
norma di cui all’art. 9, comma 4, dello stesso Testo Unico,
va estesa anche ai casi di prima richiesta dello stesso, e
non solo ai momenti successivi al suo rilascio, posto che
la dianzi richiamata disposizione normativa non distingue
affatto fra le due ipotesi, bensì disciplina in via generale
“il permesso di soggiorno per lungo periodo” ed
espressamente statuisce che “ai fini dell'adozione di un
provvedimento di diniego di rilascio del permesso di
soggiorno di cui al presente comma il Questore tiene conto
altresì della durata del soggiorno nel territorio nazionale
e dell'inserimento sociale, familiare e lavorativo dello
straniero”
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TAR Lombardia Sentenza del 22 novembre - 1 dicembre 2011 n.
3014: "la
revoca non poteva essere disposta sulla base della sola
esistenza di una misura cautelare a carico del ricorrente
poiché il terzo comma dell’art. 9 D.lgs. 286/98 prevede che
debba esservi una sentenza di condanna anche non definitiva
per procedere all’atto di autotutela (vedasi sul punto TAR
Veneto 1440/2006)"
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TAR Lombardia Sentenza del 22 novembre - 1 dicembre
2011 n. 3010: illegittimità sostanziale del
provvedimento con cui le era stato revocato il permesso per
soggiornante di lungo periodo per prolungata ed
ingiustificata assenza dal territorio italiano. Non sono
state valutate le ragioni che potevano giustificare la
permanenza in Egitto di una madre con figlio in tenera età e
che nel passato aveva dimostrato tutta l’intenzione di
dimorare sul nostro territorio dove vivono abitualmente gli
altri componenti della famiglia.
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TAR Lombardia Sentenza del 22 novembre - 1 dicembre 2011 n.
3008: il
ricorrente è stato condannato per reato che l’art. 4,coma 3,
D.lgs. 286\98 ritiene ostativo al rinnovo del permesso senza
lasciare alcun margine di discrezionalità all’autorità
amministrativa anche quando come nel caso di specie si
tratta di una sentenza non definitiva
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TAR Campania Sentenza del 9 - 17 novembre 2011 n. 5387: ai
soggiornanti di lungo periodo, e ai richiedenti il titolo di
lungosoggiornanti, l’essere incorsi in un reato legato alla
tutela del diritto di autore (di cui anche qui trattasi)“in
carenza di puntuale accertamento sulla pericolosità del
richiedente, non può costituire titolo preclusivo automatico
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TAR Piemonte Sentenza del 26 ottobre - 9 novembre 2011 n.
1180:non può costituire motivazione
sufficiente per negare il rilascio del permesso di soggiorno
CE per soggiornanti di lungo periodo il fatto di avere in
essere rapporti di lavoro a tempo determinato, senza tener
conto della capacità reddituale derivante da contratti di
lavoro a termine e/o atipici, , specie quando, come nel caso
di specie, è documentato il possesso di redditi pregressi
ampiamente positivi ed in progressivo incremento, dei
quali la Questura avrebbe dovuto tenere conto per formulare
la prognosi in ordine alla capacità futura dell’interessato
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TAR Toscana Sentenza del 19 ottobre - 4 novembre 2011 n.
1627: "il
provvedimento in questione, come denunciato dal ricorrente,
appare carente di motivazione e di istruttoria recando
unicamente la stringata ed erronea affermazione secondo la
quale “la condanna è ostativa al mantenimento permesso di
soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo”, ma senza
che sia stata compiuta alcuna delle valutazioni imposte
dalla legge in ordine alla situazione di lungo soggiornante
attribuibile al deducente, anche con riferimento alla
situazione lavorativa o all'esistenza di legami sociali e
familiari"
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TAR Piemonte Sentenza del 12 - 27 ottobre 2011 n. 1133: "se
– come nella presente fattispecie – l’interessato riesce a
dimostrare il possesso del reddito minimo anche avvalendosi
di voci reddituali diverse da quelle da lavoro, purché
ovviamente “lecite”, come ad esempio i proventi dell’assegno
familiare mensile, ciò deve ritenersi del tutto idoneo ad
integrare il requisito richiesto dalla legge ai fini del
rilascio del permesso CE slp"
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TAR Lazio Sentenza del 20 - 24 ottobre 2011 n. 8163: legittimo
il diniego del visto di reingresso per titolare di carta di
soggiorno - in quanto assente dal TN per più di due anni;
per i quali casi, la normativa prevede che il titolare della
Carta di soggiorno possa assentarsi non oltre i dodici mesi
dal TN", non risultando sufficiente quale motivo presentato
dalla ricorrente un certificato medico per il minore *****
il quale aveva, in un incidente domestico, subito delle
scottature, e che venne curato presso la *** per circa
quindici giorni (dal 20.6.2010 al 4.7.2010)
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TAR Toscana Sentenza del 6 - 18 ottobre 2011 n. 1506: in
presenza di familiari a carico il requisito reddituale non
può ritenersi soddisfatto ove inferiore ai minimi stabiliti
dall’art. 29 co. 3 lett. b) del D.Lgs. n. 286/98,
trattandosi di soggetti sprovvisti di titolo autonomo di
soggiorno al di fuori del diritto al ricongiungimento
familiare, e la cui permanenza in Italia dipende appunto dal
possesso, in capo al familiare sul quale gravano ai fini del
sostentamento, di redditi superiori a quelli sufficienti per
il soggiorno individuale. Diversamente opinando, la
presentazione della richiesta a titolo individuale
rappresenterebbe un fin troppo facile espediente per eludere
la verifica dei presupposti cui il rilascio del permesso CE
è subordinato
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TAR Lombardia Sentenza del 4 - 13 ottobre 2011 n. 2425: è
stato emesso dalla suddetta Questura il permesso di
soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo per motivi di
lavoro subordinato; il che ha determinato il venir meno
dell’interesse del ricorrente alla prosecuzione del giudizio
in questione e la presente pronuncia di improcedibiltà del
ricorsoo
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TAR Piemonte Sentenza del 28 settembre - 13 ottobre 2011 n.
1089: l'eventuale
diniego di rilascio del permesso per lungo soggiornanti
debba essere sorretto da una motivazione articolata su tutti
gli elementi che hanno contribuito a formare il giudizio di
pericolosità, con esclusione di automatismi, tenendosi
quindi in debito conto, ai sensi dell’art. 8 CEDU, la durata
del soggiorno nel territorio nazionale e l'inserimento
sociale, familiare e lavorativo dello straniero
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TAR Lombardia Sentenza del 4 - 5 ottobre 2011 n. 2375: illegittima
la mancata concessione di un permesso di altro tipo invece
del richiesto permesso CE slp dal momento che il giudizio
sulla pericolosità sociale non appare pertinente poiché che
il reato commesso non è tra quelli che ostano alla
concessione di un permesso di soggiorno e manca qualunque
valutazione in concreto della pericolosità stessa
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TAR Lombardia Sentenza del 20 - 29 settembre 2011 n. 2321: "al
ricorrente, in quanto richiedente permesso di soggiorno di
lungo periodo, non si applica, ai fini del computo della
durata dell’ interruzione del soggiorno, il termine previsto
dall'art. 13 comma 4, d.P.R. 31 agosto 1999 n. 394, secondo
il quale « il permesso di soggiorno non può essere rinnovato
(...) quando risulta che lo straniero ha interrotto il
soggiorno in Italia per un periodo continuativo di oltre sei
mesi (...) salvo che detta interruzione sia dipesa (...) da
(...) gravi e comprovati motivi», bensì il diverso termine
previsto dall’art. 9 c. 6 del D. Lgs. 286/98 secondo il
quale “le assenze dello straniero dal territorio nazionale
non interrompono la durata del periodo di cui al comma 1 e
sono incluse nel computo del medesimo periodo quando sono
inferiori a sei mesi consecutivi e non superano
complessivamente dieci mesi nel quinquennio, salvo che detta
interruzione sia dipesa dalla necessità di adempiere agli
obblighi militari, da gravi e documentati motivi di salute
ovvero da altri gravi e comprovati motivi”."
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TAR Lazio Sentenza depositata il 21 giugno 2011 n. 5530: sussiste
l’obbligo di provvedere della pubblica amministrazione a
mente dell’articolo 9, comma 1 del d.lgs. 286/98 il quale
prevede che il permesso CE per soggiornanti di lungo periodo
possa essere richiesto per sé e per i familiari di cui
all’articolo 29, comma 1. Tale norma non può che significare
che, ferma la verifica dei requisiti da riferire al nucleo
familiare (reddito sufficiente ed alloggio adeguato),
l'anzianità quinquennale del permesso di soggiorno non è
necessaria per il coniuge o i figli minori conviventi, per i
quali pure sia stato richiesto detto titolo
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TAR Toscana Sentenza del 16 giugno 2011 n. 1072: "anche
se il termine per il rilascio della carta di soggiorno ex
articolo 9, comma 2, d.lgs. n. 286/98 richiamato dalla
ricorrente fosse considerabile perentorio, il Collegio
rileva che al caso di specie, di ritenuto danno da ritardo,
può comunque ritenersi applicabile quanto previsto
dall’articolo 1227, comma 2, c.c., secondo cui il
risarcimento non è dovuto per i danni che il creditore
avrebbe potuto evitare usando l’ordinaria diligenza.
Considerato, infatti, che nel caso di specie l’interessata
poteva attivare i rimedi giuridici, una volta trascorso il
termine di novanta giorni di cui all’articolo 9, comma 2,
d.lgs. cit., per rimuovere le situazioni di inerzia
istruttoria e provvedimentale, dovendo altrimenti ogni altra
e diversa ipotesi di ritardo addebitarsi anche alla
negligenza del privato, ex articolo 1227 comma 2, c.c., o
quantomeno al suo disinteresse"
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TAR Lazio Sentenza del 19 aprile 2011 n. 3426: mentre
per il rilascio e per il rinnovo del permesso di soggiorno
l'articolo 5, comma terzo, del D.Lgs. 25 luglio 1998 n. 286
detta una disciplina rigida che impone il rigetto delle
istanze in presenza di determinate condanne penali a carico
del richiedente, per il rilascio del permesso di soggiorno
CE per soggiornanti di lungo periodo l'articolo 9, comma
quarto, del succitato D.Lgs. n. 286/98, a differenza del
precedente articolo 5, comma 3, non prevede alcun
automatismo, ma attribuisce all'autorità amministrativa un
potere discrezionale che le consente e le impone di valutare
caso per caso l'effettiva pericolosità sociale del
richiedente
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TAR Toscana Sentenza del 15 aprile 2011 n. 705: "l'articolo
9, comma 4, del TU sull’immigrazione (così come novellato
dal d.lgs. n. 3 del 2007, emesso in attuazione della
Direttiva n. 2003/109/Ce), nello stabilire che il permesso
per soggiornanti di lungo periodo non può essere rilasciato
allo straniero pericoloso per l'ordine pubblico, sostituisce
l'apprezzamento in concreto della pericolosità dello
straniero all'automatismo determinato, perlomeno in alcune
ipotesi, dalla normativa previgente"
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TAR Toscana Sentenza del 1° aprile 2011 n. 368: "ove
sia presentata l’istanza di rilascio della carta di
soggiorno, l’articolo 9, comma 4, del d.lgs. n. 286/1998,
come modificato dal d.lgs. n. 3/2007, ai fini della
valutazione della pericolosità dello straniero non ritiene
sufficiente la sussistenza di condanne per i reati previsti
dall’articolo 380 c.p.p., né, limitatamente ai delitti non
colposi, dall’articolo 381 c.p.p., ma impone di considerare,
altresì, la durata del soggiorno dello straniero, nonché il
suo inserimento sociale, familiare e lavorativo. Il medesimo
discorso deve farsi anche quando, come nella fattispecie per
cui è causa, sia presentata l’istanza di aggiornamento della
carta di soggiorno, e ciò tanto più perché in detta
fattispecie la P.A. non solamente ha respinto l’indicata
istanza, ma ha anche proceduto alla revoca della carta di
soggiorno."
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TAR Lombardia Sentenza del 1° aprile 2011 n. 871: violazione
dell’articolo 5,comma 5, D.lgs. 286\98: dopo la richiesta
del permesso Ce slp, ma prima dell’emanazione del
provvedimento impugnato, la ricorrente aveva intrapreso
un’attività di lavoro autonomo da cui ricava proventi
sufficienti per il suo mantenimento.
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TAR Veneto Sentenza del 15 marzo 2011 n. 430: il
comma 4 dell’articolo 9 del D. Lgs. n° 286 del 1998
stabilisce che ai fini dell’adozione di un provvedimento di
revoca del permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo
periodo il Questore tiene conto della durata del soggiorno
nel territorio nazionale e dell’inserimento sociale,
familiare e lavorativo dello straniero, e nel caso in
questione l’Amministrazione non ha effettuato detta
valutazione
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TAR Veneto Sentenza del 15 marzo 2011 n. 429: risulta
violato l’articolo 9, comma 4 TUI il quale stabilisce che
ai fini dell'adozione di un provvedimento di diniego di
rilascio del permesso di soggiorno CE slp il questore tiene
conto altresì della durata del soggiorno nel territorio
nazionale e dell'inserimento sociale, familiare e lavorativo
dello straniero , in quanto la valutazione di tali elementi
è stata omessa
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TAR Toscana Sentenza del 15 marzo 2011 n. 459: l’impugnativa
ha ad oggetto il decreto mediante il quale il Questore ha
revocato il permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo
periodo, rilasciato al ricorrente in seguito all’adozione di
provvedimento cautelare ad opera di questo stesso tribunale,
nell’ambito del ricorso promosso dal predetto ricorrente
avverso un precedente diniego di rilascio del permesso per
lungosoggiornanti
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TAR Toscana Sentenza del 1° marzo 2011 n. 386: ove
sia presentata l’istanza di aggiornamento della carta di
soggiorno, l’articolo 9, comma 4, del d.lgs. n. 286/1998,
come modificato dal d.lgs. n. 3/2007, ai fini della
valutazione della pericolosità dello straniero non ritiene
sufficiente la sussistenza di condanne per i reati previsti
dall’articolo 380 c.p.p., né, limitatamente ai delitti non
colposi, dall’articolo 381 c.p.p., ma impone di considerare,
altresì, la durata del soggiorno dello straniero, nonché il
suo inserimento sociale, familiare e lavorativo.
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TAR Veneto Sentenza del 28 febbraio 2011 n. 324: "si
manifesta fondato il profilo di violazione dell’articolo 10
bis L. 241/90, in quanto, se il ricorrente fosse stato
preavvisato del mancato accoglimento della sua domanda di
carta di soggiorno, avrebbe potuto fornire elementi,
relativi al reddito percepito, utili per una più completa
istruttoria
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TAR Lombardia Sentenza del 10 febbraio 2011 n. 415: ricorso
avverso il rigetto dell’istanza di rilascio di permesso per
soggiornanti dilungo periodo motivata sulla base
dell’esistenza di una condanna per reato in materia di
stupefacenti e per la mancanza di prova circa la
disponibilità di un reddito non inferiore all’importo minimo
dell’assegno sociale
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TAR Lombardi Sentenza del 7 febbraio 2011 n. 366: nel
caso in cui venga richiesto un permesso di soggiorno per
soggiornante di lungo periodo la commissione di un reato,
ricompreso tra quelli che l’articolo 4,comma 3, T.U. Imm.
ritiene automaticamente ostativa per la concessione o il
rinnovo del permesso di soggiorno, deve essere oggetto di
una valutazione discrezionale in concreto sulla pericolosità
dell’extracomunitario che ha presentato l’istanza. Tale
valutazione non è stata compiuta dal Questore che ha
affidato la motivazione ad un formula stereotipata in virtù
della quale la gravità del reato commesso è di per sé
sintomo di pericolosità.
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TAR Veneto Sentenza del 1° febbraio 2011 n. 154: "é
fondata e assorbente la dedotta censura di difetto di
motivazione in ordine alle circostanze di cui all'articolo 5
comma 5 bis del legislativo 286/98 (così come modificato a
seguito del decreto legislativo n. 5 dell'8 gennaio 2007) ai
sensi del quale, con riguardo ai ricongiunti, o di coloro
che hanno esercitato il diritto di ricongiungimento in sede
rinnovo del permesso di soggiorno (a fortiori deve ritenersi
con riferimento alla revoca della carta di soggiorno),
l'Amministrazione deve tener conto della natura dei vincoli
familiari, della durata del soggiorno nel territorio
nazionale nonché dei legami familiari, culturali e sociali
nel paese d'origine."
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TAR Campania Sentenza del 19 gennaio 2011 n. 362: l'eventuale
diniego di rilascio del permesso per lungo soggiornanti deve
essere sorretto da una motivazione articolata su tutti gli
elementi che hanno contribuito a formare il giudizio di
pericolosità, con esclusione di automatismi, tenendosi
quindi in debito conto, ai sensi dell’articolo 8 CEDU, la
durata del soggiorno nel territorio nazionale e
l'inserimento sociale, familiare e lavorativo dello
straniero
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TAR Campania Sentenza del 19 gennaio 2011 n. 356: ai
richiedenti il titolo per soggiornanti di lungo periodo,
l’essere incorsi in un reato legato alla tutela del diritto
di autorein carenza di puntuale accertamento sulla
pericolosità del richiedente, non può costituire titolo
preclusivo automatico
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TAR Campania, Ordinanza del 28 luglio 2010 n°1614: non
sono ostative al rilascio del pse di lungo periodo le
condanne per reati di ricettazione e violazione delle norme
sul diritto di autore, ma occorre valutare la concreta
pericolosità sociale dell'istante.
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TAR Umbria Sentenza del 26 - 27 maggio 2010 n. 337: l’art.
9 TUI richiede solamente un determinato reddito ma non
specifica che si debba trattare di reddito prodotto in
Italia o comunque assoggettato alla imposizione fiscale in
Italia, per cui il reddito prodotto all'estero va valutato
ai fini del rilascio per permesso di soggiorno CE
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TAR Emilia Romagna Sentenza del 3 - 16 dicembre 2009 n. 3035: deve
ritenersi l’illegittimità della impugnata revoca della carta
di soggiorno emanata in palese violazione dell’articolo 9
del d.lgs 25 luglio 1998 n. 286 del 1998, come modificato
dal d.lgs 8 gennaio 2007 n. 3, per non aver adeguatamente
valutato la durata del soggiorno nel territorio nazionale e
l'inserimento sociale, familiare e lavorativo dello
straniero ai fini della sua appartenenza alla categoria
delle persone socialmente pericolose.
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TAR Emilia Romagna Sentenza del 3 luglio 2009 n. 1030: la
condanna definitiva per il reato di spaccio di stupefacenti
comporta automaticamente la revoca del permesso di
soggiorno. Un’eventuale istanza per il rilascio del permesso
di soggiorno CE per lungo soggiornanti non può produrre
l’obbligo per l’Amministrazione di valutare in concreto la
pericolosità sociale dell’interessato, nonché la durata del
suo soggiorno ed il grado di inserimento socio-lavorativo in
Italia, per cui il diniego del permesso di soggiorno CE è
consequenziale alla revoca del permesso di soggiorno.
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TAR Umbria Sentenza del 27 -28 maggio 2009 n. 263: il
familiare del cittadino extracomunitario titolare del
permesso di soggiorno CE per lungo soggiornanti può avere
accesso al medesimo titolo di soggiorno anche qualora non
abbia maturato personalmente il periodo di soggiorno
quinquennale sul territorio dello Stato. La verifica di tale
requisito va fatta soltanto con riferimento al richiedente
principale e non anche ai suoi familiari.
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TAR Emilia Romagna Sentenza del 15 aprile 2009 n. 444: non
è applicabile, in quanto non previsto dalle specifiche
disposizioni relative alla carta per soggiornanti di lungo
periodo, l’automatismo previsto dall’art.26, c.7 bis (revoca
del titolo di soggiorno in caso di condanna per reati in
materia di diritti d'autore)
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Consiglio di Stato, sezione sesta, decisione del 17 dicembre
2008, n. 896: la
condanna per i reati in materia di diritto d'autore, ai
sensi dell'art. 26, comma 7 bis, d.lgs 286/98, comporta la
sola revoca del permesso di soggiorno rilasciato allo
straniero per motivi di lavoro, dovendosi invece escludere
analoghi effetti rispetto al rilascio del permesso di
soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo, in quanto
nella previsione di cui all'art. 9 del d.lgs 286/98 non vi è
menzione alcuna di un simile automatismo
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TAR Piemonte - sentenza del 20 giuno 2008 n. 1400: la
Questura, ai fini dell'adozione di un provvedimento di
diniego del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di
lungo periodo, deve valutare anche la durata del soggiorno
nel territorio italiano, dell'inserimento sociale, familiare
e lavorativo del cittadino staniero ai sensi dell'articolo 9
comma 5 del D.Lgs. 3/2007.
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TAR Emilia-Romagna Sentenza 22 maggio - 6 giugno 2008 n.
2340:al cittadino straniero può essere
rilasciato il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di
lungo periodo di cui all’articolo 9 del TU citato, in
considerazione della durata del soggiorno, dell’inserimento
sociale, familiare e lavorativo, e nonostante le pregresse
vicende anche di rilievo penale.
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TAR Umbria sentenza del 21 maggio 2008 n. 167: é legittimo
il diniego di rilascio della carta di soggiorno e il
contestuale diniego di rinnovo del permesso di soggiorno al
cittadino straniero condannato con sentenza patteggiata per
reati inerenti lo spaccio di stupefacenti.
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Consiglio di Stato decisione del 1° - 14 aprile 2008 n.
1596: nel
negare lo status di soggiornante di lungo periodo per
ragioni di ordine pubblico o pubblica sicurezza, si deve
tener conto della gravità o del tipo di reato contro
l'ordine pubblico o la sicurezza pubblica o del pericolo
rappresentato dalla persona in questione, prendendo altresì
nella dovuta considerazione la durata del soggiorno e
l'esistenza di legami con il paese di soggiorno
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TAR Emilia Romagna 6 Dicembre 2007: i
cinque anni di soggiorno necessari per la domanda del
Permesso Ce soggiornanti lungo periodo possono comprendere
anche il periodo della regolarizzazione 2002
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TAR Veneto Sentenza n 449/2006: per
ottenere la carta di soggiorno per stranieri (ora Permesso
soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo) è necessario
avere un permesso valido rinnovabile un indeterminato numero
di volte e reddito sufficiente, senza che questo sia
necessariamente legato ad un contratto di lavoro a tempo
indeterminato.
CITTADINANZA ITALIANA E APOLIDIA
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TAR Lazio Sentenza del 24 novembre 2011 - 17 gennaio 2012 n.
527: la
concessione della cittadinanza per matrimonio, disciplinata
dall'art. 5 della legge n. 91 del 1992, attiene ad una
situazione giuridica soggettiva avente la consistenza di
diritto soggettivo. In tale ambito, l'unica causa preclusiva
alla concessione della cittadinanza, che risulta essere
demandata alla valutazione discrezionale della competente
amministrazione, è quella di cui all'art. 6, comma 1, lett.
c, della legge n. 91 del 1992, ossia la sussistenza, nel
caso specifico, di "comprovati motivi inerenti alla
sicurezza della Repubblica".
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TAR Lazio Sentenza del 6 dicembre 2011 - 17 gennaio 2012 n.
501:illegittimo l’impugnato silenzio
rifiuto con conseguente obbligo del Ministero dell’Interno
intimato di pronunciarsi con un provvedimento espresso in
ordine alla richiesta di cittadinanza italiana presentata
dall’odierno ricorrente in data 10 settembre 2009
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TAR Lazio Sentenza del 6 - 7 dicembre 2011 n. 9629: "la
concessione della cittadinanza per matrimonio, disciplinata
dall'art. 5 della legge n. 91 del 1992, attiene ad una
situazione giuridica soggettiva avente la consistenza di
diritto soggettivo, fatta eccezione per la ipotesi di cui
all'art. 6, comma 1, lett. c, della legge n. 91 del 1992,
ossia la sussistenza, nel caso specifico, di "comprovati
motivi inerenti alla sicurezza della Repubblica". Pertanto,
nel caso in esame, deve rilevarsi d’ufficio il difetto di
giurisdizione del giudice adito."
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Consiglio di Stato Sentenza del 28 ottobre - 28 novembre
2011 n. 6289: il
diniego della cittadinanza risulta ampiamente giustificato,
a nulla rilevando in contrario l’inesistenza di specifici
precedenti penali, in quanto da fonti ritenute attendibili
da parte del Ministero l’interessato intrattiene (almeno
asseritamente) rapporti con servizi segreti stranieri (e più
precisamente del paese d’origine) servendosi anche di
«fittizie imprese commerciali».
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TAR Lazio Sentenza del 24 - 24 novembre 2011 n. 9265: declaratoria
di illegittimità del silenzio-rifiuto formatosi sull'istanza
di concessione della cittadinanza italiana, ai sensi
dell’art. 9 comma 1 lett. f) della L. 91/92, presentata dal
ricorrente in data 22 luglio 2008
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Consiglio di Stato Sentenza del 21 ottobre - 22 novembre
2011 n. 6143: la
residenza per un decennio in Italia del cittadino straniero
rappresenta una condizione necessaria per la concessione
della cittadinanza, che può o, meglio, deve essere
dimostrata solo con riferimento alle risultanze dei registri
dell'anagrafe dei residenti, non essendo consentito che, in
presenza della precisa definizione legislativa dell’elemento
della residenza legale recata dall’art. 1, comma 2, lettera
a), del D.P.R. n. 572/1993, tale elemento (normativamente
prescritto) possa essere surrogato con indizi di carattere
presuntivo od elementi sintomatici indiretti.
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TAR Lazio Sentenza del 27 giugno - 27 ottobre, depositata il
16 novembre 2011 n. 8922: il
ricorrente ha presentato l’istanza di concessione della
cittadinanza italiana in data 2.8.2007 e il termine di 730
giorni previsto dall’art. 3 del d.p.r. n. 362/1994 veniva a
scadere il 2.8.2009. Il ricorso avverso il silenzio
inadempimento in esame avrebbe pertanto dovuto essere
proposto entro oltre un anno dalla scadenza del termine per
provvedere e cioè entro il 2.8.2010
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Consiglio di Stato Sentenza del 4 - 16 novembre 2011 n.
6046: "dalla
documentazione visionata in camera di consiglio trasmessa
dall’amministrazione a seguito dell’ordinanza istruttoria n.
2847/2011, emerge che il diniego risulta motivato con
riferimento a vicende attinenti a plausibili ragioni di
ordine pubblico e sicurezza dello Stato che giustificano in
maniera adeguata il provvedimento impugnato"
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Consiglio di Stato Sentenza del 18 ottobre - 9 novembre 2011
n. 5913: "il
sindacato giurisdizionale, limitato ai profili estrinseci,
deve concludersi in senso favorevole al ricorrente in primo
grado: l’Amministrazione, infatti, non evidenzia elementi
dai quali risulti il motivo per il quale all’odierno
appellante non è opportuna la concessione della
cittadinanza, e ciò nonostante uno specifico ordine del
giudice abbia chiesto di conoscere, con le cautele del caso,
le ragioni del diniego"
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TAR Lazio Sentenza del 13 ottobre - 3 novembre 2011 n. 8419: "il
provvedimento risulta del tutto immotivato, atteso che il
semplice riferimento contenuto nel provvedimento impugnato
all’emersione, in seguito ad attività informativa, di
elementi di pericolo per la sicurezza della Repubblica, è di
per sé talmente generico da non integrare gli estremi di una
motivazione sufficiente, non potendo il Collegio ricostruire
l’iter logico seguito dall’Amministrazione nell’adozione del
provvedimento"
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TAR Campania Sentenza del 12 - 19 ottobre 2011 n. 4867: la
concessione della cittadinanza italiana per matrimonio,
disciplinata dall'art. 5 l. 5 febbraio 1992 n. 91, attiene
ad una situazione giuridica soggettiva avente la consistenza
di diritto soggettivo e, in tale ambito, i reati c.d.
ostativi di cui alla lett. b) comma 1, cit. art. 6, non
richiedendo alcuna valutazione discrezionale da parte
dell'Amministrazione, determinano il mantenimento della
giurisdizione in capo al giudice ordinario
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TAR Lazio Sentenza del 12 luglio - 1° settembre 2011 n.
7097:declaratoria dell’obbligo
dell’amministrazione di concludere celermente l’iter
procedimentale, con l’adozione di un provvedimento espresso
- il Ministero dell’Interno aveva l’obbligo di pronunciarsi
entro il richiamato termine di settecentotrenta giorni dalla
data di presentazione della domanda.
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TAR Lazio Sentenza 16 giugno - 20 luglio 2011 n. 6522: dichiarata
l’illegittimità del silenzio-rifiuto, con conseguente
obbligo del Ministero dell'Interno intimato di pronunciarsi
con un provvedimento espresso in ordine alla richiesta di
cittadinanza italiana presentata dal ricorrente il giorno 31
ottobre 2008
-
Consiglio di Stato Sentenza dell'8 - 11 luglio 2011 n. 4159: "riguardo
alla discrezionalità dei provvedimenti in questa materia,
resta il fatto che tali provvedimenti debbono comunque
essere motivati; e che nel momento in cui la motivazione
concretamente data si riferisca a fatti specifici, essa
diviene sindacabile sotto il profilo della congruità, della
ragionevolezza e della proporzionalità"
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TAR Lombardia Sentenza del 21 giugno 2011 n. 1588: "sussistono
pertanto tutti i presupposti per la concessione della
cittadinanza poiché che al momento della presentazione
dell’istanza la ricorrente era coniugata da oltre un
triennio con cittadino italiano senza che assumano nessun
rilievo sul punto le ulteriori vicende del rapporto
matrimoniale, e non vi era alcuna ragione per ritenere
sussistenti motivi ostativi legati alla sicurezza dello
Stato, trattandosi di persona incensurata. La sua situazione
in Italia era regolare poiché la revoca del permesso di
soggiorno era stato frutto di un equivoco in cui
l’amministrazione era stata indotta dalla condotta del
marito che aveva segnalato un inesistente abbandono del
tetto coniugale"
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TAR Lazio Sentenza del 30 maggio 2011 n. 4826: accertamento
dell’inadempimento dell’Amministrazione degli Affari Esteri
ai fini della conclusione del procedimento preordinato alla
legalizzazione documentale chiesta dall’odierno ricorrente
e, per l’effetto, ordinando all’Amministrazione intimata,
nella persona del responsabile della suindicata Autorità
consolare, di fornire positivo riscontro alla richiesta di
legalizzazione documentale di che trattasi
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TAR Lazio Sentenza del 27 maggio 2011 n. 4800: sussistenza
dell’obbligo dell’amministrazione dell’interno di concludere
il procedimento avviato con la richiesta ai sensi dell’art.
9 lett. F) della l. 91/1992, di ottenimento della
cittadinanza italiana, presentata in data 4.9.2008, con
provvedimento espresso. E' illegittimo il silenzio serbato
dalla amministrazione oltre il termine indicato dall’art. 3
del dpr n. 362/1994 (730 giorni) e deve quindi essere
ordinato alla amministrazione di concludere il procedimento
con un provvedimento espresso entro il termine di 60 giorni
dalla comunicazione della presente sentenza.
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TAR Lazio Sentenza del 20 aprile 2011 n. 3485: violazione
dell’articolo 8 della l. n. 91/1992 in base al quale
l’emanazione del decreto di rigetto dell’istanza è preclusa
quando dalla data di presentazione dell’istanza siano
decorsi due anni
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TAR Lazio Sentenza del 19 aprile 2011 n. 3452: a
carico dello straniero che intende ottenere la concessione
della cittadinanza italiana va riscontrato un onere di
verifica del possesso attuale ed ininterrotto del requisito
della residenza legale e, dunque, dell’iscrizione
anagrafica.
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TAR Lazio Sentenza del 19 aprile 2011 n. 3419: "nel
caso di specie, si controverte, per l'appunto, di una causa
preclusiva dell'acquisto di cittadinanza diversa da quella
relativa all'esistenza di comprovati motivi inerenti alla
sicurezza della Repubblica - e, in particolare, di quella di
cui al disposto dell’articolo 6, comma 1, lett. b) L. n.
91/1992 - con la conseguenza che deve essere dichiarata la
giurisdizione del giudice ordinario"
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TAR Lazio Sentenza del 21 febbraio 2011 n. 1603: "il
ricorso in trattazione va dichiarato inammissibile per
difetto di giurisdizione del giudice amministrativo,
risultando le controversie relative alla materia in esame
attribuite alla giurisdizione del giudice ordinario, sia in
caso di impugnativa di un provvedimento espresso
sull’istanza in argomento sia in caso di ricorso contro
l’inerzia serbata sulla medesima in quanto rappresenta
comunque un comportamento attinente a materia attribuita al
predetto giudice"
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Consiglio
di Stato Sentenza del 18 gennaio -18 febbraio 2011 n. 1034: é
viziato per eccesso di potere il diniego di concessione di
cittadinanza italiana per naturalizzazione in ragione di una
condanna per guida in stato di ebbrezza - "il contestato
diniego ha fatto riferimento ad ‘elementi tali da non
ritenere opportuna la concessione della cittadinanza’,
mentre in realtà – a fondamento dell’atto – è stato
unicamente richiamato un decreto penale di condanna, emesso
nel 1995 per la commissione di una contravvenzione"
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Consiglio di Stato Sentenza del 16 febbraio 2011 n. 974: legittimo
il diniego di concessione della cittadinanza italiana,
atteso che il presupposto imprescindibile per fruire di tale
provvedimento ampliativo – in base alla normativa di settore
- è indubbiamente quello di avere redditi sufficienti al
sostentamento proprio e della propria famiglia.
L’acquisizione di tale nuovo importante status, infatti, si
deve tradurre non già solo in un beneficio per
l’interessato, ma anche nella possibilità materiale, per il
nuovo cittadino, di adempiere i doveri di solidarietà
sociale (ed in primis il dovere di contribuire alla spese
pubbliche, mercè la imposizione tributaria), nella misura
minima determinata dal legislatore
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Consiglio di Stato Sentenza del 17 dicembre 2010 - 3
febbraio 2011 n. 766: "non
può valere l’argomento per cui l’interessato vive
stabilmente con il padre, che provvede a soddisfare i suoi
primari bisogni di vita. Infatti, va avuto riguardo: a) alla
consustanziale transitorietà di una tale situazione
familiare, anche tenuto conto della non più giovanissima età
anagrafica dell’interessato (nato nel 1982), a fronte della
tendenziale stabilità e durevolezza del provvedimento
concessivo della cittadinanza; b) all’impossibilità per
l’interessato di assolvere, allo stato, ai doveri di
solidarietà sociale dianzi ricordati, sostituita anzi da un
assorbimento a suo favore della analoga capacità dei suoi
familiari."
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Consiglio di Stato Sentenza del 17 novembre 2009 - 18
gennaio 2010 n. 135: la
controversia originata dal ricorso avverso il diniego della
cittadinanza italiana rientra nella competenza del TAR del
Lazio - Roma, poiché il provvedimento impugnato, oltre che
provenire dal Ministero dell’interno, e quindi da un organo
centrale dello Stato, esplica i suoi effetti su tutto il
territorio nazionale, poiché impedisce al richiedente
l’acquisto dello status di cittadino italiano.
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Consiglio di Stato Sentenza del 10 gennaio 2011 n. 52: é
legittimo negare la cittadinanza all’immigrato che accusa
ingiustamente di razzismo un italiano, ossia per aver dato
del razzista al proprietario di un bar. L’immigrato, così
facendo, ha dimostrato di non essere pienamente integrato
nella nostra società.
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TAR Lazio Sentenza del 21 dicembre 2010 n° 37926: l'articolo
10 bis (legge 241/90) impone alla P.A., anteriormente
all'adozione di un provvedimento finale del procedimento
sfavorevole al soggetto che ha presentato istanza di
concessione della cittadinanza italiana che ha dato inizio
al procedimento stesso, di comunicare al destinatario i
motivi che impediscono l'accoglimento della domanda
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TAR Piemonte Sentenza del 27 ottobre - 13 novembre 2010 n.
4137: "anche
la sentenza emessa con il rito del c.d. patteggiamento, ai
sensi dell’art. 444 c.p.p. può senz’altro essere compresa
nella valutazione condotta dall’amministrazione ai fini
della concessione della cittadinanza italiana, ai sensi
dell’art. 6, comma 1, lett. b, della legge n. 91 del 1992"
-
TAR del Lazio Sentenza 8 novembre 2010 n° 33280: il
ritardo nella conclusione del procedimento concessorio della
cittadinanza italiana (oltre i 730 giorni dalla data di
presentazione della domanda) costituisce un comportamento
ingiustificato da parte dell'Amministrazione procedente.
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TAR Campania Sentenza del 14 luglio - 6 settembre 2010 n.
17315: il
provvedimento impugnato è motivato dallo jus superveniens -
costituito dalla legge 15 luglio 2009 n. 94 (di modifica
dell’art. 5 della legge n. 91/92), ritenuto applicabile
sulla base del disposto della circolare ministeriale del
6.8.2009 - alla cui data di entrata in vigore era mancante
il requisito legale “non erano decorsi i due anni di
matrimonio e di residenza legale in Italia, risultando il
matrimonio celebrato il 06.02.2008”
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TAR Lazio, Sentenza depositata il 26 novembre 2009, n 11771: ai
fini della concessione della cittadinanza per residenza
decennale è da ritenersi legittimo il giuziio
dell'Amministrazione in merito all’inserimento dello
straniero nella comunità nazionale allorquando
l’amministrazione ritenga che quest’ultimo possieda ogni
requisito atto ad inserirsi in modo duraturo nella comunità,
mediante un giudizio prognostico che escluda che il
richiedente possa successivamente creare inconvenienti o,
addirittura, commettere fatti di rilievo penale.
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Consiglio di Stato, Decisione del 19 giugno 2009 n. 4080: é illegittimo
il provvedimento di diniego della concessione della
cittadinanza italiana per naturalizzazione al cittadino
iraniano, se fondato soltanto sull’esistenza di rapporti con
una persona sospettata di attività spionistiche e dai
frequenti viaggi del ricorrente nel suo paese di origine per
ragioni non accertate.
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TAR Lombardia Sentenza del 4 giugno 2009 n. 1186: legittimo
il provvedimento con il quale si é negato il conferimento
della cittadinanza italiana, in ragione di una sentenza di
condanna divenuta irrevocabile a
carico del richiedente con altro nominativo (falso)
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TAR Lombardia Sentenza del 5 maggio 2009 n. 913: cittadinanza
italiana per residenza in 730 giorni: "il termine per la
definizione dei procedimenti di cui al D.P.R. n. 362/1994 è
di settecentotrenta giorni dalla data di presentazione della
domanda è ordinatorio nel senso che l’amministrazione
conserva il potere di decidere anche dopo la scadenza – in
quanto il silenzio non ha un valore legale tipico – ma la
circostanza che il provvedimento tardivo sia legittimo non
elide l’illegittimità del ritardo stesso ”
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Consiglio di Stato Sentenza del 25 marzo 2009 n. 1788: a
fronte dell’istanza volta alla concessione della
cittadinanza, l’Amministrazione dell’Interno gode di
un’amplissima discrezionalità potendo valutare con rilevanti
margini di apprezzamento la sussistenza di uno specifico
interesse pubblico al rilascio della concessione.
-
TAR Lazio Sentenza del 4 marzo 2009 n. 2238: il
Il Ministero dell’Interno non può adottare un provvedimento
di diniego alla concessione della cittadinanza italiana per
matrimonio per ragioni di sicurezza nazionale trascorso il
termine di due anni dalla data di presentazione
dell’istanza; termine che la legislazione prevede come
inderogabile. Se lo fa, il provvedimento è illegittimo.
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TAR Lazio, Sentenza del 4 marzo 2009 n. 2236: l'acquisto
della cittadinanza deve ritenersi precluso quando emerge la
sussistenza di comprovati motivi inerenti alla sicurezza
della Repubblica. Rientra certamente, tra tali motivi,
l'ipotesi in cui vi siano ragionevoli e comprovati elementi
tali da indurre a ritenere che il richiedente abbia contatti
con appartenenti ad organizzazioni estremistiche o criminali.
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Consiglio di Stato Decisione del 2 marzo 2009 n. 1175: nella
valutazione dei requisiti reddittuali ai fini del
riconoscimento della cittadinanza italiana per
naturalizzazione, occorre considerare il reddito prodotto
dall’intero nucleo familiare e non solo quello dell’istante
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Consiglio di Stato Decisione del 2 marzo 2009 n. 1173: il
provvedimento con il quale viene negato l’acquisto della
cittadinanza italiana per naturalizzazione non è carente di
motivazione anche quanto si limiti a richiamare un
precedente atto della P.A., ad es. nota dell’autorità di
P.S., purchè tale atto venga messo a disposizione nel corso
del giudizio, ad istanza di parte. La frequentazione di
persone e l’allacciamento di rapporti con associazioni
politiche estremistiche nei Paesi di origine (ad es.
Hezbollah in Libano) ovvero la sussistenza di ragionevoli
sospetti di appartenenza dell’interessato ad organizzazioni
estremiste mediorientali giustificano l’adozione di
provvedimenti ostativi alla naturalizzazione italiana.
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TAR Lazio, Sentenza n. 1245 del 6 febbraio 2009: é
legittimo il provvedimento di diniego all’acquisto della
cittadinanza italiana per naturalizzazione adottato nei
confronti di una cittadina straniera che non abbia prodotto
copia delle dichiarazione dei redditi degli ultimi tre anni,
giustificandosi con il fatto che l’attività di lavoro
domestico da lei esercitata non prevede detta dichiarazione,
quando l’interessata non è in grado nemmeno di attestare
l’iscrizione nella categoria Inps relativa alla suddetta
attività lavorativa
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TAR Veneto Sentenza del 6 ottobre 2008 n. 3125: per
configurare il presupposto della “residenza legale
ultradecennale” richiesto dall’art. 9 della legge, non è
sufficiente il mantenimento di un’ininterrotta situazione
fattuale di residenza, ma è necessario che la stessa sia
stata accertata in conformità alla disciplina interna in
materia di anagrafe
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TAR Marche Sentenza del 10 settembre 2008 n. 1550: nel
caso di acquisto della cittadinanza per matrimonio con un
cittadino italiano, l’art 8, comma 2 della legge n. 91 del
1992, assegna alla competente Autorità amministrativa un
termine perentorio di due anni per pronunciarsi sulla
relativa istanza, con la precisazione che, una volta decorso
tale termine, resta preclusa all’Amministrazione
l’emanazione del decreto di rigetto della domanda di
cittadinanza, venendo ad operare nel caso di specie una
sorta di silenzio assenso sulla relativa istanza
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TAR Veneto Sentenza del 7 luglio 2008.n. 1958: nell'applicazione
della normativa in materia di cittadinanza trovano ingresso
i principi generali regolanti l'attività della pubblica
amministrazione, tra cui quello relativo all'obbligo della
motivazione dell'atto amministrativo, e questo non significa
che a tal fine basti una motivazione per relationem o
sinteticamente richiamante conferenti pronunce
giurisprudenziali
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Tar Lazio, Sentenza del 30 aprile - 30 maggio 2008 n.
5360:Illegittimità del diniego alla
concessione della cittadinanza in ragione di precedenti
penali per furto, in relazione ai quali sia intervenuto un
successivo provvedimento di riabilitazione. Necessità di
applicazione della legge n. 241/90 nel procedimento
amministrativo di naturalizzazione
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TAR Lazio, Sentenza del 28 maggio 2008 n. 5212: é
illegittimo il provvedimento che ha dichiarato inammissibile
la richiesta di cittadinanza italiana per difetto
d’istruttoria e motivazione, in quanto l’amministrazione
aveva interrotto e concluso il procedimento in mancanza di
un’identificazione certa del richiedente, il tutto sulla
base di una nota della Questura.
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Tar Lazio, Sentenza del 7 maggio 2008 n. 4316: appartiene
al giudice ordinario la giurisdizione inerente una questione
riguardante la spettanza della cittadinanza italiana per
nascita (o jure sanguinis), in relazione alla quale gli
organi competenti possono assumere solo atti a carattere
dichiarativo e non costitutivo
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TAR Campania - sentenza del gennaio 2008 n. 176: per
il conferimento della cittadinanza italiana si presuppone un
interesse pubblico, da valutarsi anche in relazione ai fini
propri della società nazionale e non già solo sul semplice
riferimento all'interesse privato
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TAR Lazio - sentenza del gennaio 2008 n. 886: è
stato ritenuto corretto l’operato del Ministero dell'Interno
per aver considerato la sussistenza del decreto penale di
condanna per guida in stato di ebbrezza come indice della
mancanza di un interesse pubblico al riconoscimento della
cittadinanza
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DECRETI FLUSSI
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TAR Lazio Sentenza del 20 - 24 ottobre 2011 n. 8177: respinta
la richiesta di visto per lavoro autonomo con riferimento al
DPCM del 20 aprile 2010 inoltrata dall’interessata in quanto
vi sono insufficienti garanzie finanziarie
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TAR Lazio Sentenza del 20 - 24 ottobre 2011 n. 8171: poiché
l’ingresso sul territorio nazionale per motivi di lavoro
autonomo avviene per quote stabilite con apposito DPCM e nel
caso è quello del 20 aprile 2010 il quale lo consente nei
limiti del contingente solo ad “imprenditori che svolgono
attività di interesse per l’economia italiana”, la
valutazione dell’interesse per l’economia italiana è
affidata alla Rappresentanza diplomatico consolare che nel
caso in specie relativo ad una non meglio specificata
attività di import export,( nell’intervista il ricorrente ha
dichiarato di volersi dedicare “all’acquisto in Italia di
abbigliamento all’ingrosso da rivendere poi in Ucraina”) non
l’ha ritenuto sussistente
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TAR Lazio Sentenza del 20 - 24 ottobre 2011 n. 8170: il
Consolato generale d’Italia in Mosca ha respinto la
richiesta di visto per lavoro autonomo inoltrata
dall’interessata, in quanto “dalla documentazione presentata
a corredo della richiesta di visto non si evince l’oggetto
dell’attività imprenditoriale da svolgere in Italia che
viene indicata molto genericamente come import export di
prodotti non alimentari. Tale circostanza rende impossibile
una valutazione dell’interesse per l’economia nazionale
relativa all’attività da svolgere (decreto di programmazione
transitoria dei flussi di ingresso dei lavoratori
extracomunitari 27 aprile 2010)”
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TAR Lazio Sentenza del 6 - 7 ottobre 2011 n. 7770: l’ingresso
sul territorio nazionale per motivi di lavoro autonomo
avviene per quote stabilite con apposito DPCM, che, nel
caso, è quello del 1° aprile 2010, il quale lo consentiva
nei limiti del contingente solo ad “imprenditori che
svolgono attività di interesse per l’economia italiana”: la
valutazione dell’interesse per l’economia italiana è
affidata alla Rappresentanza diplomatico consolare che, nel
caso in specie, relativo ad una non meglio specificata
attività di import export, non l’ha ritenuto sussistente, e
pertanto il così motivato diniego del visto per lavoro
autonomo é legittimo
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Consiglio di Stato Sentenza del 5 luglio - 26 settembre 2011
n. 5359: "l’art.
31, secondo comma, del d.P.R. 31 agosto 1999, n. 394, come
modificato dall’art. 25, primo comma, del d.P.R. 18 ottobre
2004, n. 334, è univoco nell’imporre al Questore competente
di esprimere parere contrario all’assunzione in caso di
denuncia per uno dei reati ivi contemplati, salva l’ipotesi
che i relativi procedimenti si siano conclusi con un
provvedimento che esclude il reato o la responsabilità
dell'interessato, ovvero risulti sia stata applicata nei
loro confronti una misura di prevenzione e salvi, in ogni
caso, gli effetti della riabilitazione"
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TAR Lazio Sentenza del 16 giugno - 1° settembre 2011 n.
7100: la
conversione del permesso di soggiorno stagionale in permesso
per lavoro subordinato a tempo indeterminato, richiesta
prima della scadenza del titolo di soggiorno per lavoro
stagionale, non può essere rigettata solo per il mancato
previo rientro in patria
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Consiglio di Stato Sentenza del 27 maggio - 11 luglio 2011
n. 4151:"il visto di ingresso alla
ricorrente era stato rilasciato sin dalla origine ai fini
dello svolgimento di un rapporto di lavoro in forma
subordinata a tempo indeterminato ma non vi erano elementi
significativi , dalla documentazione prodotta, che il
rapporto di lavoro fosse stato mai instaurato con il
titolare del nulla osta, né che sia stata comunicata dalla
istante allo sportello unico della immigrazione la
indisponibilità del datore di lavoro alla assunzione ai
sensi della circolare del Ministero dell’Interno 20 agosto
2007, ed ancora che la titolare del nulla osta non si era
fatta carico di provvedere al ritorno in patria della
ricorrente come stabilito dall’articolo 5 bis comma 1
lettera b) del d.lgs.vo 286/1998"
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TAR Lazio Sentenza del 21 febbraio 2011 n. 1597: "non
sussiste alcun inadempimento addebitabile
all’Amministrazione, essendo il “comportamento omissivo”
contestato dovuto a null’altro che all’applicazione della
normativa vigente in materia che stabilisce che le
autorizzazioni all’assunzione stagionale dei lavoratori
stranieri siano rilasciate, ai sensi dell’articolo 3 e 24
del d.lvo n. 286/98, nell’ambito della disponibilità dei
posti previsti nel cd. “decreto flussi” nel rispetto
dell’ordine cronologico di presentazione delle domande e
secondo le modalità prescritte dagli articoli 31 bis e segg.
del dpr. N. 394/99."
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TAR Toscana Sentenza del 4 febbraio 2011 n. 227: ai
fini della valutazione della congruità del reddito posseduto
dal datore di lavoro non é sufficiente prendere a
riferimento l’importo minimo previsto per l'assegno sociale,
ma è necessario tener conto degli impegni assunti in
concreto dal medesimo nei confronti del prestatore di lavoro
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TAR Veneto Sentenza del 1° febbraio 2011 n. 152: "le
circostanze evidenziate secondo le quali il reddito sarebbe
aumentato nel corso del 2009 e che dal luglio dello stesso
anno il ricorrente avrebbe risieduto insieme al fratello
(con il quale pretenderebbe di cumulare il reddito)
costituiscono accadimenti successivi all'adozione del
provvedimento e come tali potranno acquisire rilevanza nel
caso venga presentata una nuova istanza, ma non sono certo
idonei ad inficiare il provvedimento impugnato."
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TAR Lazio Sentenza del 24 novembre 2010 n° 33908: é
legittimo il provvedimento di diniego del visto di ingresso
per lavoro subordinato se viene esibito un passaporto (
numero serie) diverso da quello indicato nel Nullaosta
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Consiglio di Stato Sentenza del 16 marzo - 3 maggio 2010 n.
2498: la
conversione del permesso di soggiorno per lavoro stagionale
in permesso per lavoro subordinato è concessa nei limiti
delle quote fissate con decreto flussi di ogni anno.
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TAR Veneto, ordinanza del 18 giugno 2009 n. 635: qualora
il ritardo nella formalizzazione del rapporto di lavoro con
il lavoratore straniero entrato ai sensi del Decreto flussi
non dipenda dal lavoratore medesimo, ma dal datore di
lavoro, prima di negare il rilascio del permesso di
soggiorno al lavoratore straniero, l’Amministrazione è
tenuta a verificare se la disponibilità del datore di lavoro
a formalizzare il rapporto di lavoro non sia venuta meno e
conseguentemente la Questura è tenuta a riesaminare entro 30
giorni l’ istanza di rilascio.
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TAR Lazio, Ordinanza del 14 gennaio 2009 n. 206: sospesa
provvisoriamente e parzialmente l'efficacia del c.d "decreto
flussi 2008", nell parte dove s limit l'accoglibilità delle
richieste di nullaosta al lavoro domestico solo da parte di
stranieri titolari di carta di soggiorno o permesso CE per
soggiornanti di lungo periodo
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TAR Veneto Sentenza del 10 dicembre 2008 n. 3772: é
legittimo il diniego del nulla osta al lavoro per carenza di
reddito: la la cumulabilità dei redditi dei parenti di primo
grado o, in mancanza, di altri soggetti tenuti legalmente
all’assistenza, richiede la presentazione di
un’autocertificazione dei medesimi.
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TAR Veneto Sentenza del 23 Aprile - 3 settembre 2008 n.
2648: la
revoca del permesso di soggiorno della ricorrente, disposta
all’atto della domanda di rinnovo, è illegittima per non
avere l’amministrazione tenuto conto delle ragioni di
impossibilità sopravvenuta in ordine all’instaurazione del
rapporto di lavoro che aveva determinato il rilascio del
nullaosta al lavoro con il Decreto flussi.
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TAR Lazio Sentenza del 5 agosto 2008 n. 7819 : la
mancata instaurazione del rapporto di lavoro per cui lo
straniero aveva ottenuto il visto di ingresso nel 2004
(Decreto Flussi) non leggittima di per sè il diniego del
rinnovo del permesso per lavoro, se, successivamente, e
trascorso oltre un anno dalla rilevata mancata conclusione
del contratto di lavoro, lo streaniero ha intrapreso una
nuova attività lavorativa alle dipendenze di altro datore di
lavoro
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TAR Lazio Sentenza dell'11 Giugno 2008 n. 6317: é
illegittimo il decreto di revoca del permesso di soggiorno
per lavoro subordinato rilasciato in relazione ai “flussi”
dell’anno 2005, nonostante manchi la assunzione da parte di
chi aveva ottenuto il nullaosta al lavoro, vi é stata una
successiva regolare assunzione
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Consiglio di Stato - Decisione n.1846/2008: la
mancata instaurazione del rapporto di lavoro fra la persona
straniera e la ditta, che aveva formulato l’originaria
proposta di assunzione con un Decreto Flussi, dipesa da
indisponibilità della ditta stessa o da mancata
presentazione del lavoratore, non é automatico motivo di
revoca del permesso più volte rinnovato dal lavoratore
stesso che aveva trovato altre occupazioni
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TAR Puglia Sentenza del 26 marzo - 17 maggio 2008, n. 1387: é
illegittimo il diniego di rilascio del permesso di soggiorno
basato unicamente sulla constatazione della revoca
dell’autorizzazione al lavoro, a seguito di rinuncia del
datore di lavoro, senza che venisse effettuata
un’istruttoria in merito alla sussistenza di sopravvenienze
che, se valutate, avrebbero consentito il rilascio dell'atto
richiesto
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TAR Puglia, sentenza n. 539 del 20 febbraio 2007: sussistenza
di tutti i requisiti per ottenere, nella specifica
fattispecie, un permesso di soggiorno in attesa occupazione,
essendosi “risolto” non per colpa della ricorrente il
rapporto di lavoro che si sarebbe dovuto instaurare con il
primo datore di lavoro, che l’aveva chiamata in Italia con
autorizzazione nominativa.
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TAR Veneto Ordinanza del 5 settembre 2006 n.689: la
possibilità di conversione da studio a lavoro non
é consentita unicamente a cittadini stranieri provenienti da
paesi diversi da quelli elencati all’art.5 del D.P.C.M. del
15 febbraio 2006, vale a dire beneficiari di quote riservate
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FAMIGLIA E MINORI
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TAR Lazio Sentenza del 20 dicembre 2011 - 17 gennaio 2012 n.
510:non rientrando il ricorrente nelle
condizioni previste ai fini della applicazione della nuova
disciplina – avendo lo stesso compiuto la maggiore età in un
periodo antecedente due anni dalla entrata in vigore della
legge – appare evidente la possibilità per lo stesso di
ottenere la conversione del permesso di soggiorno da
affidamento per minore età ad attesa occupazione.
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TAR Toscana Sentenza del 20 dicembre 2011 - 9 gennaio 2012
n. 6:contro il diniego del permesso di
soggiorno per motivi familiari, nonché contro gli altri
provvedimenti dell'autorità amministrativa in materia di
diritto all'unità familiare deve proporsi ricorso dinanzi al
tribunale ordinario del luogo di residenza dello straniero,
con ciò riconoscendo per implicito come, in tale materia, le
situazioni soggettive in gioco non perdano la consistenza
del diritto soggettivo di fronte all’operato della pubblica
amministrazione
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Consiglio di Stato Sentenza del 25 novembre - 20 dicembre
2011 n. 6690: l’amministrazione,
nel respingere la sua istanza di rinnovo del permesso di
soggiorno, non ha applicato la disposizione dettata
dall’art. 5, comma 5, del d. lgs. n. 286 del 1998 che
esclude valutazioni automatiche nel caso in cui lo straniero
sia entrato in Italia per motivi di ricongiungimento
familiare
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TAR Lazio Sentenza del 6 - 7 dicembre 2011 n. 9630: illegittimo
il diniego di conversione del permesso di soggiorno da
minore età a studio - "il ricorrente, pur avendo fatto
domanda di permesso di soggiorno successivamente all’entrata
in vigore della modifica normativa, non avendo avuto a
disposizione il tempo minimo necessario per maturare il
suddetto biennio, non si trova nelle condizioni previste ai
fini della applicazione della nuova disciplina"
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TAR Toscana Sentenza del 17 novembre - 7 dicembre 2011 n.
1884:illegittimo il diniego di
conversione del permesso di soggiorno da minore età a lavoro
- il ricorrente, essendo entrato in Italia prima
dell’entrata in vigore della l. n. 94/2009 che modifica
l’art. 32 del TU sull’immigrazione, e non avendo avuto
comunque a disposizione il tempo minimo necessario per
maturare il suddetto biennio, non si trova nelle condizioni
previste ai fini della applicazione della nuova disciplina
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TAR Sicilia Sentenza del 10 - 28 novembre 2011 n. 2798:annullamento
del provvedimento con cui il Questore di Catania ha
rigettato l'istanza proposta dal ricorrente per il rilascio
del premesso di soggiorno ai sensi dell’articolo 32 del
decreto legislativo n. 296/1998, a causa della mancanza dei
presupposti di cui all’art. 32, comma 1-bis e 1-ter del
D.Lgs. n. 286/1998, ossia la permanenza sul territorio
nazionale da almeno tre anni, e l'inserimento, per un
periodo non inferiore a due anni, in un progetto di
integrazione sociale.
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TAR Toscana Sentenza del 3 - 18 novembre 2011 n. 1783: "in
sede di rinnovo di permesso di soggiorno, e non di primo
rilascio, l’Amministrazione deve essere particolarmente
attenta a valutare le situazioni specifiche, soprattutto se
riferite a stranieri da tempo presenti sul territorio
nazionale e già beneficiati di precedenti rinnovi, in
particolar modo laddove sono presenti stranieri con figli
minori, anche se in affido “eterofamiliare” come nel caso di
specie"
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TAR Toscana Sentenza del 3 - 18 novembre 2011 n. 1769: il
ricorrente, essendo entrato in Italia prima dell’entrata in
vigore della l. n. 94/2009 che modifica l’art. 32 del TU
sull’immigrazione, e non avendo avuto comunque a
disposizione il tempo minimo necessario per maturare il
suddetto biennio, non si trova nelle condizioni previste ai
fini della applicazione della nuova disciplina
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TAR Lazio Sentenza del 27 ottobre - 15 novembre 2011 n.
8896:"con riferimento alla prima
modifica apportata con la L. 189/02 all’art. 32 del D.Lgs.
286/98, non rientrando il ricorrente nelle condizioni
previste ai fini della applicazione della nuova disciplina
il ricorso è fondato e deve essere accolto, con conseguente
annullamento del provvedimento impugnato"
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TAR Toscana Sentenza del 19 ottobre - 4 novembre 2011 n.
1641: la
“novella” legislativa di cui alla norma richiamata del 2009
non poteva essere ritenuta applicabile al minore che aveva
fatto ingresso in Italia precedentemente alla sua entrata in
vigore, non potendo avere la disposizione normativa
un’efficacia retroattiva né essere qualificata di
interpretazione autentica di norma preesistente
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TAR Toscana Sentenza del 1° giugno - 20 ottobre 2011 n.
1530: il
ricorrente – entrato in Italia nel luglio del 2009 e
sottoposto a tutela con decreto del 21 agosto 2009 - al
momento dell’entrata in vigore della nuova disciplina di cui
alla l. n. 94/2009 (pubblicata nella G.U. n. 170 del 24
luglio 2009) si trovava nella condizione di “minore
straniero non accompagnato”: una condizione per la quale già
il previgente testo dell’art. 32 del d.lgs. n. 286/1998
prevedeva l’assoggettamento al progetto di integrazione
sociale di durata biennale. Ne deriva che non vi è alcun
problema di applicazione retroattiva della nuova normativa,
poiché quest’ultima non incide su alcuna posizione
preesistente consolidata del ricorrente
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TAR Lazio Sentenza del 6 - 7 ottobre 2011 n. 7774: legittimo
il diniego tacito di accesso tenuto dal Ministero Affari
Esteri verso la istanza comunicazione ufficiale
dell’indirizzo dell’Ufficio diplomatico della Federazione di
Nepal accreditata in Italia; copia della legge nepalese
vigente (dalla quale emerge che i figli naturali non
riconosciuti dal padre cittadino nepalese possono essere
riconosciuti come cittadini)"
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TAR Toscana Sentenza 5 luglio - 7 ottobre 2011 n. 1469: "è
sufficiente combinare correttamente i principi che governano
l’efficacia della legge nel tempo e nello spazio, perché
risulti evidente l’inconsistenza della tesi propugnata dal
***** circa la presunta violazione, ad opera
dell’amministrazione procedente, del principio di
irretroattività della legge: se la sottoposizione dello
straniero all’ordinamento italiano coincide con l’ingresso
nel territorio dello Stato, nessun problema di retroattività
si pone per una fattispecie complessa – ingresso in Italia
dello straniero da minorenne, conseguimento del permesso di
soggiorno per minore età, conversione del permesso di
soggiorno –, rispetto alla quale non si verifica alcuna
successione di leggi nel tempo, bensì la sottoposizione ad
un’unica disciplina, quella del 2009, sotto il cui dominio
tutti gli elementi costitutivi della fattispecie medesima
sono venuti ad esistenza"
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TAR Toscana Sentenza 5 luglio - 5 ottobre 2011 n. 1444: "per
la applicazione del primo comma dell’art. 32 D.Lgs. n.
286/98 come modificato dalla legge n. 189/02, ma non anche
dalla legge n. 94/09 la disposizione doveva essere
interpretata nel senso di consentire il rilascio del
permesso in presenza di minori sottoposti a tutela ai sensi
dell’art. 343 c.c., ovvero a qualsiasi tipo di affidamento
previsto dalla legge n. 184/83, ivi compreso quello “di
fatto”"
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TAR Piemonte Sentenza del 9 - 21 settembre 2011 n. 1001: la
nuova disciplina prevista dalla L. 94/2009 si applica ai
minori dopo la sua entrata in vigore, o anche affidati
prima, ma che compiano la maggiore età almeno due anni dopo
l’entrata in vigore della citata legge, in modo da
consentire a tali soggetti di partecipare al progetto
biennale
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TAR Toscana Sentenza del 15 giugno - 27 settembre 2011 n.
1421:"l’Amministrazione provvedeva al
riesame ed adottava un nuovo provvedimento di diniego,
fondato sulla mancata convivenza desunta da ulteriori
accertamenti, da cui emergeva che nel domicilio dichiarato
non erano stati rintracciati né il ricorrente né la di lui
coniuge di cittadinanza italiana e i condomini ivi presenti
avevano dichiarato di non averli mai visti né conoscerli e
che, da sommarie informazioni assunte, un connazionale del
ricorrente aveva dichiarato di abitare con lui, senza la
presenza della moglie"
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TAR Lazio Sentenza del 14 - 20 settembre 2011 n. 7471: non
rientrando il ricorrente nelle condizioni previste ai fini
della applicazione della nuova disciplina – avendo lo stesso
compiuto la maggiore età in un periodo antecedente due anni
dalla entrata in vigore della legge – il ricorso è fondato e
deve essere accolto con conseguente annullamento del
provvedimento impugnato.
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TAR Lazio Sentenza del 26 maggio - 1° settembre 2011 n.
7094: il
provvedimento impugnato è stato adottato in applicazione
dell’Accordo Italia Romania che prevede il rimpatrio dei
minori romeni non accompagnati, senza tener conto del
preminente interesse della minore romena, nata in Italia, ed
affidata provvisoriamente ad una casa famiglia.
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TAR Lazio Sentenza del 16 giugno - 4 agosto 2011 n. 6962: "il
ricorrente, pur avendo fatto domanda di conversione del
permesso di soggiorno per minore età in permesso per lavoro
subordinato il 5.1.2010, successivamente all'entrata in
vigore della modifica normativa, non avendo avuto a
disposizione il tempo minimo necessario per maturare il
suddetto biennio, non si trova nelle condizioni previste ai
fini della applicazione della nuova disciplina."
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TAR Lazio Sentenza del 27 maggio 2011 n. 4801: "il
ricorso è fondato e deve essere accolto, con conseguente
annullamento del provvedimento impugnato ai fini della
rinnovata valutazione dell'istanza ai sensi del testo
previgente dell'art. 32 comma 1 del D.Lgs. 286/98 e quindi a
prescindere dalla partecipazione ad un progetto di
integrazione sociale e civile almeno biennale":
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TAR Lazio Sentenza del 20 aprile 2011 n. 3494: "con
riferimento alla novella introdotta con la L. n. 94/09, lo
stesso Consiglio di Stato in sede cautelare, con ordinanza
n. 4232/10, ha ribadito quanto già dichiarato con
riferimento alla modifica apportata con la L. 189/02: i
nuovi requisiti non possono essere richiesti nei confronti
di chi, pur avendo fatto domanda di permesso di soggiorno
successivamente all’entrata in vigore della modifica
normativa, non abbia avuto a disposizione - a partire da
tale momento - il tempo minimo necessario per maturarli.
Diversamente opinando, infatti, la legge avrebbe
un’applicazione retroattiva."
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TAR Lazio Sentenza del 25 Marzo 2011 n. 2685: conversione
del permesso di soggiorno per minore età in permesso di
soggiorno per lavoro subordinato/attesa occupazione: il
ricorrente, pur avendo fatto domanda di permesso di
soggiorno successivamente all’entrata in vigore della
modifica normativa, non avendo avuto a disposizione il tempo
minimo necessario per maturare il suddetto biennio, non si
trova nelle condizioni previste ai fini della applicazione
della nuova disciplina
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TAR Lazio Sentenza del 25 marzo 2011 n. 2681: "il
ricorrente disporrebbe dei requisiti per poter richiedere la
conversione del permesso di soggiorno, in quanto minore
sottoposto a tutela con provvedimento del giudice tutelare
del Tribunale di Roma del 26/1/09."
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TAR Lazio Sentenza dell'11 marzo 2011 n. 2226: é
illegittimo il diniego della conversione del titolo di
soggiorno in quanto il ricorrente non rientra nelle
condizioni previste ai fini della applicazione della nuova
disciplina – avendo lo stesso compiuto la maggiore età in un
periodo antecedente due anni dalla entrata in vigore della
legge
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TAR Lazio Sentenza dell'11 marzo 2011 n. 2225: "nuova
disciplina recata dalla l. n. 94/2009 - che anche per i
minori affidati consente il rilascio del permesso di
soggiorno, dopo la maggiore età, a condizione della
partecipazione ad un progetto almeno biennale - infatti, non
può applicarsi se non in modo da consentire ai minori di
partecipare al progetto biennale di integrazione sociale e
civile gestito da un ente pubblico o privato che abbia
rappresentanza nazionale di cui all’articolo 32, comma 1
bis, D.Lgs. n. 286/1998"
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TAR Lazio Sentenza dell'11 marzo 2011 n. 2224: conversione,
una volta raggiunta la maggiore età, del permesso di
soggiorno per la minore età in permesso di soggiorno per
lavoro subordinato o attesa occupazione: "il ricorrente, pur
avendo fatto domanda di permesso di soggiorno
successivamente all’entrata in vigore della modifica
normativa, non avendo avuto a disposizione il tempo minimo
necessario per maturare il suddetto biennio, non si trova
nelle condizioni previste ai fini della applicazione della
nuova disciplina"
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TAR Lazio Sentenza dell'11 marzo 2011 n. 2222: "la
nuova disciplina, recata dalla l. 94/2009 – che anche per i
minori affidati consente la conversione del permesso di
soggiorno, dopo la maggiore età, in permesso per lavoro o
studio, solo a condizione che il minore abbia partecipato ad
un progetto almeno biennale di integrazione sociale e civile
gestito da un ente pubblico o privato che abbia
rappresentanza nazionale (articolo 32, comma 1 bis. D.lgs.
286/1998) – non puo che essere interpretata in modo che sia
effettivamente consentito ai minori la partecipazione a tali
progetti."
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TAR Veneto Sentenza del 28 Febbraio 2011 n. 321: "diniego
di rinnovo di permesso di soggiorno per lavoro subordinato,
in quanto l’Amministrazione non ha valutato la possibilità
di convertilo in permesso di soggiorno per motivi di
famiglia: l’Amministrazione non é tenuta ad operare tale
conversione in assenza di una domanda in tale senso
dell’interessata"
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Consiglio di Stato Sentenza del 16 febbraio 2011 n. 995: per
gli stranieri che abbiano esercitato il diritto al
ricongiungimento familiare, o per il familiare
ricongiunto, vanno tenuti in considerazione anche la “natura
e della effettività dei vincoli familiari, dell’esistenza di
legami e familiari e sociali nel Paese d’origine e della
durata del soggiorno”: circostanze, quelle appena indicate,
che non risultano in alcun modo valutate nel caso di specie
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TAR Veneto Sentenza del 7 febbraio 2011 n. 209: "la
tesi prospettata secondo cui in via generale per i figli
maggiorenni sarebbe sufficiente dimostrare l’esistenza
redditi dei genitori conviventi, contrasta anche con la
disciplina dei permessi di soggiorno per motivi di famiglia"
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TAR Toscana Ordinanza del 26 - 27 ottobre 2010 n. 950: "le
modifiche all’art. 32 del d.lgs. n. 286/1998, introdotte
dall’art. 1 della l. n. 94/2009, non possono dispiegare
efficacia retroattiva, con riferimento a situazioni di fatto
(l’ingresso nel territorio nazionale) verificatesi
anteriormente alla sua entrata in vigore"
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TAR Friuli V.G. Sentenza del 29 settembre - 14 ottobre 2010
n. 710:"il Collegio ritiene che il
provvedimento impugnato faccia corretta applicazione del
principio del tempus regit actum, dal momento che il
ricorrente è divenuto maggiorenne il 25/1/2010 e quindi dopo
l’'entrata in vigore della succitata novella normativa che
riformula l’art. 32 comma 1 TUI"
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Tar Lazio Sentenza del 7 ottobre 2010 n. 32718: Art
32 TU - Conversione del pds al raggiungemento della maggiore
età, Le condizioni di
cui all’art. 32, co 1, 1bis, 1ter non sono cumulabili
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TAR Lombardia Sentenza del 24 settembre 2010 n° 6463:nell'adottare
un diniego di rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno per
chi ha esercitato il diritto al ricongiungimento familaire
si deve tener conto anche della natura dei vincoli familiari
dell'interessato.
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TAR Lazio Sentenza del 25 maggio - 22 luglio 2010 n. 27909: il
rinnovo permesso soggiorno non può essere automaticamente
negato allo straniero che ha riportato condanna rientrante
fra quelle ostative del rilascio o rinnovo del titolo di
soggiorno, quando ha esercitato il diritto di
ricongiungimento familiare. Si deve tenere conto anche della
natura e della effettività dei vincoli familiari
dell'interessato, ovvero dell'esistenza di legami familiari
e sociali nel Paese di origine e della durata del soggiorno
dello straniero stesso sul territorio nazionale
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Consiglio di Stato Ordinanza del 22 - 23 giugno 2010 n.
2919: "il
Collegio ritiene, anche alla luce dell’art. 8 Cedu che
sancisce il diritto al rispetto della vita privata e
familiare, di dover privilegiare l’interpretazione secondo
cui la legge n. 94/2009 non possa trovare applicazione a
coloro che hanno maturato i requisiti per la conversione del
permesso di soggiorno anteriormente alla sua entrata in
vigore"
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Tar Lombardia Sentenza del 9 - 22 marzo 2010 n. 685: possibile
la conversione del permesso di soggiorno per motivi
familiari in altro tipo di permesso (studio, lavoro) se
interviene tra i coniugi la separazione, lo scioglimento del
matrimonio o la morte del coniuge sempre che esistano i
presupposti per il rilascio del nuovo permesso di soggiorno
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TAR Lazio, Sentenza del 2 febbraio 2010 n° 1414: contro
il diniego di rilascio/rinnovo dei permessi di soggiorno per
motivi di famiglia, la competenza è del G.O., il quale
provvede ai sensi degli artt. 737 e seguenti del codice di
procedura civile.
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TAR Lazio, Sentenza del 20 luglio 2009 n. 7160: la
condanna definitiva per uno dei reati ostativi all’ingresso
sul territorio nazionale ed elencati nell’art. 4 comma 3,
terzo periodo, del T.U., determina il diniego automatico al
rinnovo del permesso di soggiorno. Tale diniego ha carattere
rigidamente vincolato, senza margini di discrezionalità
lasciati all’Amministrazione, tranne nei casi in cui
l’interessato abbia beneficiato del diritto al
ricongiungimento familiare. Non fa eccezione la situazione
in cui l’interessato abbia maturato le condizioni per
ottenere la riabilitazione ai sensi dell’art. 178 c.p. senza
che questa sia stata pronunciata dal giudice, in quanto
l’estinzione degli effetti penali della condanna richiede
comunque una formale pronuncia da parte del giudice
dell’esecuzione.
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TAR Lazio Sentenza del 1 Luglio 2009 n°6352: violativa
dei principi generali in materia di libertà personale, delle
norme poste a tutela dei minori nonché dell'art. 20 D.Lgs
196/2003 sul trattamento dei dati personali la norma delle
ordinanze presidenziali attuative del decreto del 21 maggio
2008 che prevedeva di identificare i rom, adulti e bambini.
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Consiglio di Stato Decisione del 29 luglio 2008 n. 3793: il
requisito del possesso di un reddito minimo idoneo al
sostentamento dello straniero e del di lui nucleo familiare
costituisce un requisito soggettivo non eludibile ai fini
del rilascio e del rinnovo del permesso di soggiorno, perché
attiene alla sostenibilità dell’ingresso dello straniero
nella comunità nazionale per ragioni di lavoro subordinato.
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TAR Emilia Romagna Sentenza del 6 Giugno 2008 n. 2342: in
merito alla situazione familiare va inoltre rilevato che non
può costituire ragione valida di diniego la sua separazione
dal marito e la cessazione della convivenza, atteso che si
tratta di condizioni del tutto ininfluenti sulla situazione
lavorativa, alloggiativa della ricorrente.
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TAR Emilia-Romagna Sentenza del 29 maggio 2008 n. 2087: deve
ritenersi devoluta alla giurisdizione del giudice ordinario
anche l’impugnazione della revoca del permesso di soggiorno
qualora la ricorrente, come nel caso in esame, invochi
l’applicazione in proprio favore delle norme e dei principi
in tema di ricongiungimento familiare
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TAR Toscana Sentenza dell'11 aprile 2008, n. 1028: l’amministrazione
affronta la questione del bilanciamento fra l’interesse del
ricorrente alla conservazione della propria situazione
personale e familiare e l’interesse pubblico
all’allontanamento di un soggetto resosi responsabile di un
delitto di particolare gravità, ed assegna prevalenza al
secondo sulla base di una valutazione discrezionale di per
sé certamente non illogica
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TAR Veneto sentenza 5 Marzo 2008 n. 533: in
merito ai requisiti necessari per la conversione del
permesso di soggiorno, rilasciato ai cittadini
extracomunitari minori di età ai sensi dell'art. 32 Testo
Unico Immigrazione, in permesso di soggiorno ad altro
titolo, al raggiungimento della maggiore età, qui ritenuti
alternativi (e non cumulativi)
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TAR Trentino Alto Adige Sentenza del 19 Febbraio 2008 n. 42: l’art.
30, comma 6, del D. Lgs. 25 luglio 1998, n. 286 prevede che
contro il diniego del nulla osta al ricongiungimento
familiare e del permesso di soggiorno per motivi familiari,
nonché contro gli altri provvedimenti dell'autorità
amministrativa in materia di diritto all'unità familiare,
l'interessato possa presentare ricorso al pretore del luogo
in cui risiede (oggi al Tribunale ordinario), il quale
provvede, sentito l'interessato, nei modi di cui agli
articoli 737 e seguenti del codice di procedura civile.
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TAR Veneto sentenza del gennaio 2008 n. 140; su
diniego del rinnovo del titolo di soggiorno per motivi
familiari - matrimonio ritenuto "di comodo" con cittadina
italiana -, e su differenze tra permessi ex art. 30/1 ed ex
art. 19/C TUI, che impediscono di estendere, alla
fattispecie di cui all’art. 19, nel caso di cessazione della
convivenza, la norma di favore di cui all’art. 30 comma 5
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TAR Lazio - Sentenza 7 maggio 2007 n. 4025: il
rilascio del permesso di soggiorno per lavoro subordinato,
al compimento della maggiore età, riguarda non soltanto gli
stranieri che da minori abbiano subito provvedimenti di
affidamento, ma anche quelli sottoposti a tutela
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TAR Veneto sentenza del 17 gennaio 2007 n. 385: la
situazione di “minore comunque affidato” a tenore della L.
4.5.93 n. 184 risulta, ex se, sufficiente a legittimare la
richiesta di conversione del permesso di soggiorno ottenuto
durante il periodo della minore età in permesso ad altro
titolo.
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TAR Toscana Sentenza del 15 giugno - 21 settembre 2011 n. 1408:"il
ricorrente, essendo entrato in Italia prima dell’entrata in
vigore della l. n. 94/2009, e non avendo avuto comunque a
disposizione il tempo minimo necessario per maturare il suddetto
biennio, non si trova nelle condizioni previste ai fini della
applicazione della nuova disciplina"
LAVORO
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TAR Piemonte Sentenza del 12 - 25 ottobre 2011 n. 1120: legittimo
il diniego di rinnovo del permesso per lavoro, in quanto "a
partire dalla data di rilascio del primo permesso di
soggiorno la ricorrente non dimostra di avere intrapreso una
regolare attività lavorativa. L'unica documentazione
presentata è stata quella relativa a datori che presenta
evidenti caratteri di inattendibilità"
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TAR Veneto Sentenza del 23 marzo 2011 n. 487: "poiché
per gli atti amministrativi non è possibile introdurre
fattispecie di illecito amministrativo non supportate da un
fondamento legislativo, il risultato voluto
dall’Amministrazione di maggiore contrasto all’esercizio del
commercio abusivo con le modalità prefigurate
dall’ordinanza, avrebbe potuto essere perseguito solo
attraverso una norma di legge"
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TAR Toscana Sentenza del 15 marzo 2011 n. 457: "la
circostanza per la quale il ricorrente abbia commesso il
reato durante la titolarità di un permesso di soggiorno per
lavoro subordinato non rileva, se la richiesta del nuovo
titolo è per lavoro autonomo, avendo ritenuto il legislatore
di individuare una normativa più rigorosa per coloro che
decidono di avviare un nuovo lavoro autonomo, per il quale
la serietà e affidabilità appaiono molto rilevanti e non
riconoscibili per coloro che, anche in passato e in costanza
di diverso titolo di soggiorno, hanno commesso specifici
reati in materia di falso"
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TAR Friuli
Venezia Giulia, sentenza 11 febbraio 2010, n.124: in
materia di rinnovo dei permessi di soggiorno degli
infermieri professionali entrati in Italia fuori dal regime
delle quote ex art. 27 comma 1 lett. r bis in forza del solo
contratto di soggiorno, senza, contemporaneamente, ottenere
la proroga anche del nulla osta al lavoro, se il datore di
lavoro intende avvalersi della professionalità della
ricorrente, è sufficiente, dato che la stessa può entrare in
Italia fuori quota, che chieda un nuovo nulla osta al lavoro
a tempo indeterminato, cosa che la legge espressamente
consente.
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Consiglio di Stato, decisione del 19 giugno 2009 n. 4064: il
rilascio di un permesso di soggiorno per attesa occupazione
di cui all’art. 22 comma 11 del T.U. immigrazione non può
essere ottenuto dallo straniero che, dopo avere fatto
ingresso in Italia per lavoro subordinato, abbia cessato
l’attività lavorativa prima di avere ottenuto il rilascio
del permesso di soggiorno e non abbia effettivamente
proceduto all’iscrizione alle liste di collocamento.
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TAR Veneto Sentenza del 9 aprile 2008 n. 906: é
illegittima la revoca e il contestuale rigetto dell’istanza
di rinnovo del permesso di soggiorno se il lavoro
documentato é falso per fatto del datore di lavoro ed il
lavoratore ha comunque altri redditi leciti
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TAR Lazio 3 ottobre 2007: é
illegittimo il diniego di rinnovo del permesso di soggiorno
per attesa occupazione qualora sopraggiungono, nelle more
del procedimento, nuovi elementi che legittimano il rilascio
del permesso di soggiorno.
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TAR Veneto sentenza del 16 marzo 2006 n. 606: diritto
del lavoratore disoccupato di conservare il permesso di
soggiorno, se nel periodo indicato ha percepito sussidi
diversi da quelli derivanti dalla normale prestazione
lavorativa, quali possono essere sussidi di
disoccupazione, e se poi ha avuto occupazione lavorativa
nelle more del rinnovo
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INGRESSO, SOGGIORNO E RINNOVO DEL TITOLO DI SOGGIORNO
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Consiglio di Stato Sentenza del 10 dicembre 2010 - 10
gennaio 2011 n. 38: rigetto
istanza regolarizzazione rapporto di lavoro cittadino
extracomunitario - segnalata come persona indesiderata da
altro Stato membro nell'ambito del Sistema Informativo
Schengen
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TAR Toscana Sentenza del 5 gennaio 2011 n. 20: la
controversia in esame si incentra sul fatto che
l’Amministrazione ha negato allo straniero il permesso di
soggiorno considerando applicabile alla fattispecie la
nuova formulazione dell’articolo 13, commi 13 e 14, del
d.lgs. n. 286/1998 (introdotta dalla l. n. 189/2002), che
ha portato da cinque a dieci anni la durata del divieto
discendente da una precedente espulsione. Lamenta il
ricorrente che il provvedimento impugnato ha fatto
applicazione al caso che lo riguarda del sopravvenuto
termine, a dispetto di quanto previsto dalla normativa
vigente al tempo dell’adozione dell’atto di espulsione, che
limitava l’efficacia ostativa dell’espulsione a soli cinque
anni.
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TAR Toscana Sentenza del 5 gennaio 2011 n. 8: nel
caso il datore di lavoro manifesti la volontà di non
instaurare il rapporto di lavoro di cui al contratto di
soggiorno si concretizza una circostanza ostativa ai fini
del rilascio del titolo di soggiorno con la conseguenza che
viene meno il presupposto fondamentale in forza del quale si
può procedere alla regolarizzazione
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TAR Puglia Sentenza del 30 dicembre 2010 n° 4351: sull’accertamento
della illegittimità del silenzio rifiuto formatosi sulla
istanza di rilascio del permesso di soggiorno: l’articolo 2
della legge generale sul procedimento amministrativo ne
impone la conclusione mediante provvedimento espresso nel
termine di legge, e la legge speciale -l’articolo 5
suddetto- contempla il termine di venti giorni dalla
presentazione della istanza per il rilascio o il rinnovo o
la conversione del permesso di soggiorno in presenza dei
relativi requisiti
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TAR Puglia Sentenza del 28 dicembre 2010 n° 4346: Sanatoria
2009 - la condanna per il reato di cui all'articolo 14,
comma 5 ter, prima parte, del T.U. del 98/286 non pregiudica
la possibilità di conseguire la regolarizzazione ex D.L.
78/2009 convertito in legge 102/2009
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Consiglio di Stato sentenza del 27 dicembre 2010 n. 9417: in
materia del rilascio di atti autorizzatori dell’ingresso e
permanenza nel territorio nazionale trova applicazione il
principio “tempus regit actum”, con conseguente irrilevanza
di sopravvenienze in fatto ed in diritto che avrebbero
potuto dar luogo ad un diverso esito del procedimento ove
esistenti al momento dell’ adozione dell’ atto terminale
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TAR Lombardia Sentenza del
13 dicembre 2010 n° 7528: Sanatoria
2009 - La mancata presentazione del datore di lavoro presso
il SUI , nella procedura di emersione, non può pregiudicare
il lavoratore straniero, al quale verrà rilasciato un
permesso di soggiorno per attesa occupazione
-
Consiglio di Stato sentenza del 9 dicembre 2010 N. 8637: in
sede di esame di istanze presentate da cittadini stranieri
tendenti al rilascio o al rinnovo del permesso di soggiorno,
la presenza di una delle condanne previste nel citato
articolo 4, comma 3, come sopra novellato – tra le quali
sono comprese quelle per il reato di cui all’articolo 73
d.p.r. n. 309/1990, in materia di stupefacenti –,
costituisce motivo di per sé ostativo al rilascio o al
rinnovo, con conseguente esclusione di qualsiasi margine di
discrezionalità dell’amministrazione in ordine alla
valutazione della pericolosità sociale dello straniero,
costituendo il diniego un atto strettamente vincolato in
presenza di quel presupposto.
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TAR Trento Ordinanza dell'11 -12 novembre 2010 n. 142: "il
permesso di soggiorno per motivi di famiglia ex art. 19 T.U.I. è
convertibile in permesso di soggiorno per motivi di lavoro"
***
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TAR Lombardia Sentenza del 14 ottobre 2010 n. 6938: Sanatoria
2009 - "nessun rilievo può assumere – con specifico riguardo
al caso che qui occupa – la circostanza relativa alla
sopravvenienza di un provvedimento futuro ed eventuale, qual
è quello di riabilitazione e/o di estinzione del reato ex
articolo 445 c.p.p., che - allo stato – non risulta neppure
richiesto dal ricorrente. Senza contare, poi, che le
sopravvenienze rilevanti ai sensi della normativa vigente in
subjecta materia sono solo quelle che si verificano, al più
tardi, entro la data di adozione del provvedimento
amministrativo di diniego."
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Consiglio di Stato Sentenza del 14 settembre - 5 ottobre
2011 n. 7302: si
rileva la illegittimità del provvedimento impugnato,
atteso che i fatti delittuosi all’origine delle condanne
riportate dall’odierno appellante risalgono,
rispettivamente, al settembre del 1999 e al maggio del
2001 (ossia, a periodi anteriori a quello dell’entrata
in vigore della novella di cui alla l. 189, cit.), con
la conseguenza che nei confronti del sig. ***** non
potesse essere applicato un meccanismo preclusivo
ratione temporis non riferibile alla sua situazione
soggettiva
-
-
Consiglio di Stato Sentenza del
29 settembre 2010 n. 7202: revoca
permesso di soggiorno – Vizio di violazione dei principi
generali in materia di esercizio del potere di
autotutela decisoria. Non risulta che l'Amministrazione
abbia svolto una valutazione comparativa in ordine alle
ragioni che avevano condotto all’autonomo rilascio di un
permesso di soggiorno in favore degli stranieri e per
non aver considerato la circostanza per cui i titoli
fossero stati rinnovati nel corso degli anni.
-
Consiglio di Stato sentenza del 29 settembre 2010 n. 7188: mentre
in sede di rilascio del permesso di soggiorno occorre
applicare rigidamente le previsioni ostative previste dalla
pertinente disciplina, al contrario il procedimento di
autotutela volto a rimuovere il titolo per vizi di
legittimità (ad es.: per essere emerse cause ostative in
precedenza non rilevate) ha carattere discrezionale e deve
tener conto –inter alia - del disposto di cui al richiamato
comma 5 dell’articolo 5, d.lgs. 286 del 1998.
-
TAR Lombardia Sentenza del 24 settembre 2010 n° 6463:nell'adottare
un diniego di rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno
per chi ha esercitato il diritto al ricongiungimento
familaire si deve tener conto anche della natura dei
vincoli familiari dell'interessato.
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TAR Lazio Sentenza del 3 giugno - 16 settembre 2011 n.
32327:negato il rilascio del visto
di reingresso a straniero con permesso scaduto. Il
ricorso è respinto poiché lo straniero ha trascorso
fuori dall'Italia un periodo ininterrotto di tempo
superiore a sei mesi e comunque superiore ad oltre la
metà del permesso di soggiorno di cui era intestatario
-
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TAR Sardegna Sentenza del 16 giugno - 9 settembre 2010
n. 2171:deve escludersi che la
Questura possa disporre il diniego di rinnovo del
permesso di soggiorno in sostanziale disapplicazione del
precedente provvedimento di regolarizzazione della
posizione lavorativa, dovendo ogni eventuale riesame
dello stesso essere informato alle regole per l'adozione
del contrarius actus, con ogni effetto sull'organo
competente, sul necessario contraddittorio con
l'interessato e sull'attualità dell'interesse pubblico
al ritiro del precedente atto di segno positivo
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Consiglio di Stato sentenza del 25 Agosto 2010 n. 5994: respinto
il ricorso avverso un’istanza di diniego di concessione
del permesso di soggiorno per lavoro subordinato, a
causa della mancanza al momento dell’adozione del
provvedimento di un reddito minimo idoneo al
sostentamento dello straniero.
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TAR Lazio Sentenza del 25 maggio - 22 luglio 2010 n.
27909: il
rinnovo permesso soggiorno non può essere
automaticamente negato allo straniero che ha riportato
condanna rientrante fra quelle ostative del rilascio o
rinnovo del titolo di soggiorno, quando ha esercitato il
diritto di ricongiungimento familiare. Si deve tenere
conto anche della natura e della effettività dei vincoli
familiari dell'interessato, ovvero dell'esistenza di
legami familiari e sociali nel Paese di origine e della
durata del soggiorno dello straniero stesso sul
territorio nazionale
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Tar Lombardia, ordinanza n. 688 del 7 luglio 2010: va
considerata la estinzione del reato di cui all’art 14,
comma 5ter per sopravvenuta richiesta di emersione di
lavoro domestico ai sensi della L. 102/2009 e pertanto é
Illegittima la condanna intervenuta nelle more della
convocazione
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Consiglio di Stato Ordinanza del 22 - 23 giugno 2010 n.
2919: "il
Collegio ritiene, anche alla luce dell’art. 8 Cedu che
sancisce il diritto al rispetto della vita privata e
familiare, di dover privilegiare l’interpretazione
secondo cui la legge n. 94/2009 non possa trovare
applicazione a coloro che hanno maturato i requisiti per
la conversione del permesso di soggiorno anteriormente
alla sua entrata in vigore"
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Consiglio di Stato Sentenza del 18 maggio - 8 giugno 2010 n.
3645:
"risulta dalla documentazione prodotta il rapporto
di convivenza con un cittadino italiano intrattenuto
dall’appellata, l’assunzione di “responsabilità” di
questi quanto al reddito necessario al fabbisogno
dell’istante e, in ultimo, la stipulazione di un
contratto di collaborazione domestica con l’appellata"
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Tar Lazio Sentenza del 22 aprile - 4 giugno 2010 n.
15340: l'impugnato
respingimento alla frontiera e il conseguente diniego di
rinnovo del visto di reingresso (nonché il presupposto
parere negativo della Questura di Verona) sono
illegittimi per l'erronea presupposizione della
esistenza di un motivo ostativo al reingresso:
erroneamente l’Amministrazione ha ravvisato un’inerzia
del ricorrente relativamente alla richiesta di rinnovo
del permesso di soggiorno
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TAR Sicilia Sentenza del 29 aprile - 12 maggio 2011 n. 6693:l’Amministrazione,
pur in presenza dei reati ascritti all’interessato, in
applicazione della nuova disciplina normativa, avrebbe
dovuto tenere conto anche della natura e della effettività
dei vincoli familiari e, quindi, del contrapposto interesse
dello stesso ricorrente a permanere nel territorio nazionale
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TAR Puglia Sentenza del 4 marzo - 11 maggio 2010 n.
1115: illegittimo
il provvedimento, emanato ai sensi dell'art. 26 comma 7
bis, d.lg. 25 luglio 1998 n. 286, con il quale si nega
il rinnovo del permesso di soggiorno a un cittadino
extracomunitario perché condannato per un fatto commesso
in data anteriore all'entrata in vigore della
disposizione che lo ha previsto come impedimento al
suddetto rinnovo
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TAR Umbria Sentenza del 28 aprile - 4 maggio 2010 n.
277: Sanatoria
2009 - "é concessa una tantum e a titolo di eccezione –
non già dell’abrogazione della norma incriminatrice -
non è manifestamente irragionevole che la legge, a
parità di condotta illecita, distingua chi non ha ancora
riportato la condanna, da chi è stato già condannato."
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Tar Lazio, Sentenza del 23 aprile 2010 n. 8253: il
Consolato Generale d’Italia in Valona deve rilasciare il
visto per turismo ai familiari del cittadino straniero
regolare in Italia che soddisfano i requisiti previsti
dalla normativa .
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un atto di mera liberalità da parte
di un terzo, revocabile in qualsiasi momento, non è
sufficiente a dimostrare il possesso di mezzi sufficienti
per provvedere alle normali necessità durante la permanenza
in Italia.
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Consiglio di Stato Sentenza del 7 aprile 2010 n. 1954: Sanatoria
1998 - la valutazione del Questore, secondo cui il
richiedente il titolo di soggiorno non abbia prodotto
elementi sufficienti a fornire la prova circa la sua
presenza in Italia alla prescritta data, si sottrae ad ogni
censura di motivazione difettosa e/o irragionevole, con
conseguente corretto accertamento del difetto dei
presupposti per la permanenza in territorio nazionale ai
sensi dell’articolo 5, comma 5, d.lgs. n. 286/1998.
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Tar Lombardia Sentenza del 9 - 22 marzo 2010 n. 685: possibile
la conversione del permesso di soggiorno per motivi
familiari in altro tipo di permesso (studio, lavoro) se
interviene tra i coniugi la separazione, lo scioglimento del
matrimonio o la morte del coniuge sempre che esistano i
presupposti per il rilascio del nuovo permesso di soggiorno
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TAR Piemonte Sentenza del 17 febbraio - 5 marzo 2010 n.
1429:allorché la domanda di rinnovo del
permesso di soggiorno è corredata da documentazione falsa,
essa è addirittura “inammissibile” e, comunque, deve essere
respinta, così come accade per la domanda di visto in
analoghe condizioni
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TAR Piemonte Sentenza del 17 febbraio - 5 marzo 2010 n.
1427:l’obbligo dell’Amministrazione di
valutare eventuali “elementi nuovi sopraggiunti”, previsto
dall’art. 5, comma 5 del D. lgs. 286/98 ai fini del rilascio
o del rinnovo del permesso di soggiorno, presuppone che
detti elementi siano stati sottoposti alla valutazione degli
uffici “prima” dell’adozione dell’atto conclusivo del
procedimento, mentre nel caso in esame ciò è avvenuto “dopo”
tale momento
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TAR Piemonte Sentenza del 3 febbraio - 5 marzo 2010 n. 1424: lo
straniero condannato per fatti di droga deve essere espulso
anche se ha famiglia ed un lavoro - respinta l'istanza di
conversione del permesso di soggiorno per motivi di lavoro
autonomo in permesso di soggiorno per motivi di famiglia
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TAR Puglia Ordinanza depositata il 4 marzo 2010 n.
00281/2010: la
previsione del preavviso di rigetto ai sensi dell’art.
10 bis della legge n. 241/1990 va applicata anche nei
procedimenti amministrativi instaurati con la domanda di
emersione di lavoro domestico irregolare
(regolarizzazione lavoro domestico del 2009)
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Consiglio di Stato, decisione del 26 febbraio 2010 n.
1133: di
norma, la condanna penale per uno dei reati elencati
nell'art. 4 c. 3 del d.lgs. n. 286/98 e successive
modifiche, ha un effetto preclusivo automatico ai fini
del rinnovo del permesso di soggiorno, ma tale
automatismo relativo a pregresse vicende penali deve
ritenersi escluso in situazioni eccezionali,
suscettibili di essere definite quali "elementi
sopravvenuti", passibili di valutazione e capaci di
sanare l'ipotesi ostativa ai sensi dell'art. 5 c. 5 del
T.U.
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Consiglio di Stato, decisione del 26 febbraio 2010 n.
1123: laddove
la norma ammette al rinnovo del permesso di soggiorno
per motivi di studio solo il cittadino straniero il
quale abbia sostenuto almeno due esami di profitto nel
corso dell’anno, va intesa nel senso di ammettere il
rinnovo anche nelle ipotesi in cui – come nel caso di
specie – lo straniero non abbia sostenuto alcun esame
nel corso di un determinato anno solare, ma vi abbia
provveduto prima della conclusione dell’anno accademico
– il quale, nel caso di specie, si sarebbe concluso solo
nell’aprile dell’anno successivo
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TAR Lombardia, Sentenza depositata il 25 febbraio 2010,
n. 459:l'attività di meretricio se
esercitata da persona che è anche in possesso di uno
stabile lavoro in Italia non è di per sè motivo di
diniego del permesso di soggiorno, ma se il
sostentamento dell'extracomunitario deriva in via
esclusiva da detta attività, che comunque rimane
contraria al buon costume anche se non costituisce reato
laddove esercitata in certe forme,
legittimamente comporta il diniego della possibilità di
permanere sul territorio nazionale
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TAR Friuli Venezia Giulia, sentenza 11 febbraio 2010,
n.124: in
materia di rinnovo dei permessi di soggiorno degli
infermieri professionali entrati in Italia fuori dal
regime delle quote ex art. 27 comma 1 lett. r bis in
forza del solo contratto di soggiorno, senza,
contemporaneamente, ottenere la proroga anche del nulla
osta al lavoro, se il datore di lavoro intende avvalersi
della professionalità della ricorrente, è sufficiente,
dato che la stessa può entrare in Italia fuori quota,
che chieda un nuovo nulla osta al lavoro a tempo
indeterminato, cosa che la legge espressamente
consente. in materia di rinnovo dei permessi di
soggiorno degli infermieri professionali entrati in
Italia fuori dal regime delle quote ex art. 27 comma 1
lett. r bis in forza del solo contratto di soggiorno,
senza, contemporaneamente, ottenere la proroga anche del
nulla osta al lavoro, se il datore di lavoro intende
avvalersi della professionalità della ricorrente, è
sufficiente, dato che la stessa può entrare in Italia
fuori quota, che chieda un nuovo nulla osta al lavoro a
tempo indeterminato, cosa che la legge espressamente
consente.
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TAR Sicilia Sentenza del 27 gennaio - 5 febbraio 2010 n.
1553:illegittimo il diniego di
rinnovo del permesso di soggiorno emesso a norma
dell'art. 26, comma 7 bisTUI nei confronti di un
cittadino extracomunitario, titolare di un contratto di
lavoro subordinato a tempo determinato, motivato solo
con l'aver questi riportato una condanna penale per
violazione delle norme dettate a tutela del diritto
d'autore
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TAR Lazio, Sentenza del 2 febbraio 2010 n° 1414: contro
il diniego di rilascio/rinnovo dei permessi di soggiorno per
motivi di famiglia, la competenza è del G.O., il quale
provvede ai sensi degli artt. 737 e seguenti del codice di
procedura civile.
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TAR Sicilia, Sentenza del 27 gennaio 2010 n. 954: illegittimo
il silenzio serbato dalla questura in merito alla
richiesta di rilascio di un permesso di soggiorno per
motivi di cure mediche, presentata da una irregolare in
Italia ed affetta da HIV ed in trattamento con farmaci
anti-retrovirali, non disponibili nel Paese di origine.
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TAR Lazio Sentenza del 4 novembre 2009 - 22 gennaio 2010
n. 752:il Questore ha respinto
l’istanza di rinnovo del permesso di soggiorno per
lavoro autonomo, sia in considerazione delle sentenze di
condanna del ricorrente per diverse ipotesi di reato
(furto aggravato, violenza sessuale e rapina) ostative
al conseguimento del beneficio richiesto ai sensi
dell’art. 4 co. 3 del d.lvo n. 286/98, sia a causa di un
motivato giudizio di pericolosità sociale del soggetto.
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TAR Lazio Sentenza del 22 dicembre 2009 - 21 gennaio
2010 n. 700:l’interessato deve
fornire all’amministrazione la prova delle condizioni
che giustificano le finalità del soggiorno e, nella
fattispecie, trattandosi di visto d’ingresso per turismo
caratterizzato da necessaria temporaneità, dei
presupposti dai quali si possa ragionevolmente ritenere
l’interesse dello straniero a fare rientro nel Paese
d’origine onde scongiurare il c.d. “rischio migratorio”
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Consiglio di Stato Sentenza del 15 dicembre 2009 - 19
gennaio 2010 n. 180: " in
caso di provvedimento di diniego di rinnovo del permesso
per lavoro la richiesta di audizione personale e diretta
non è contemplata, invero, dalle norme sul procedimento
amministrativo che disciplinano la presente fattispecie;
queste garantiscono il contraddittorio dell’interessato
a mezzo della comunicazione di avvio del procedimento e,
nella specie, l’Amministrazione ha puntualmente
ottemperato in tal senso, tanto che l’odierno appellante
ha potuto regolarmente e ampiamente svolgere le proprie
difese scritte"
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TAR Lazio Sentenza del 2 dicembre 2009 - 18 gennaio 2010
n. 367:si dà atto del mancato
inserimento sociale della ricorrente e della propensione
della stessa a vivere di proventi illeciti. Pertanto,
l'Autorità di Polizia ha rifiutato il permesso di
soggiorno legittimamente, poiché l'art. 4,3°, D. Lgs. n.
286/1998, puntualmente richiamato nel provvedimento
avversato, inibisce l'ingresso nel territorio dello
Stato ai soggetti pericolosi per l'ordine pubblico
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TAR Toscana, sentenza del 10 novembre 2009, n. 1594: la
condanna per un reato inerente agli stupefacenti non è
di per sè condizione ostativa al rinnovo del permesso di
soggiorno quando l’interessato ha beneficiato del
diritto al ricongiungimento familiare. In tali casi,
sulla base dell’esplicita previsione del d.lgs. n.
5/2007, attuativo della direttiva europea 2003/86/CE,
l’amministrazione è chiamata a ponderare, da un lato,
l’interesse pubblico a che sia precluso il soggiorno in
Italia allo straniero che si sia reso responsabile di
gravi reati e, dall’altro, l’interesse del privato a
permanere sul territorio nazionale, in relazione alla
natura e effettività dei suoi vincoli familiari e
sociali, nonché alla durata del suo soggiorno nel
territorio nazionale.
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TAR Sicilia, Sentenza del 23 ottobre 2009 n. 1702 : compete
al al giudice ordinario la giurisdizione sul permesso
per motivi umanitari: la domanda riguardante il rilascio
di un permesso di soggiorno per motivi umanitari è
devoluta alla giurisdizione del giudice ordinario,
trattandosi di una situazione giuridica qualificabile
come diritto soggettivo ed appartenente alla categoria
dei diritti umani fondamentali, garantiti dall'art. 2 e
10 della Costituzione e dall'art. 3 della Convenzione
Europea dei diritti dell'uomo.
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Consiglio di Stato, decisione del 14 ottobre 2009 n.
6296: ai
fini del rinnovo del permesso di soggiorno per lavoro
autonomo, lo straniero deve dimostrare non solo il
possesso dei mezzi di sostentamento, ma anche quelli
necessari per svolgere l’attività imprenditoriale. Il
sostegno finanziario assicurato da altri soggetti è
valido solo se proviene da persone obbligate a fornirlo.
Non è tale la situazione ove sia il fratello a prestare
il sostegno. Solo i lavoratori dipendenti hanno diritto
al periodo di disoccupazione tollerata di sei mesi
previsto dall’art. 22 del T.U. immigrazione.
-
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Consiglio di Stato, decisione del 18 settembre 2009 n.
5624: la
revoca del permesso di soggiorno e la conseguente
espulsione a seguito di condanna definitiva per i reati
collegati alla violazione del diritto d’autore ai sensi
dell’art. 26 comma 7 bis del d.lgs. n. 286/98, sono
legittime soltanto quando l’interessato era titolare di
permesso di soggiorno per motivi di lavoro autonomo al
momento della commissione del reato
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TAR Umbria, sentenza del 23 luglio 2009, n. 443: é
illegittimo il diniego al rilascio o al rinnovo del
permesso di soggiorno per motivi di cure mediche nei
confronti dello straniero non espellibile in ragione di
una grave patologia insorta durante il suo soggiorno in
Italia. Resta salva la possibilità di non concedere il
rilascio qualora sia messa in discussione la natura
urgente ed essenziale delle cure mediche che lo
straniero deve sostenere, così come l’impossibilità di
fruirne nel luogo di origine, ma nel caso in questione
la questura non aveva prodotto alcuna valutazione
specifica al riguardo.
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TAR Lazio, Sentenza del 20 luglio 2009 n. 7160: la
condanna definitiva per uno dei reati ostativi
all’ingresso sul territorio nazionale ed elencati
nell’art. 4 comma 3, terzo periodo, del T.U., determina
il diniego automatico al rinnovo del permesso di
soggiorno. Tale diniego ha carattere rigidamente
vincolato, senza margini di discrezionalità lasciati
all’Amministrazione, tranne nei casi in cui
l’interessato abbia beneficiato del diritto al
ricongiungimento familiare. Non fa eccezione la
situazione in cui l’interessato abbia maturato le
condizioni per ottenere la riabilitazione ai sensi
dell’art. 178 c.p. senza che questa sia stata
pronunciata dal giudice, in quanto l’estinzione degli
effetti penali della condanna richiede comunque una
formale pronuncia da parte del giudice dell’esecuzione.
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TAR Lazio Sentenza del 1 Luglio 2009 n°6352: violativa
dei principi generali in materia di libertà personale,
delle norme poste a tutela dei minori nonché dell'art.
20 D.Lgs 196/2003 sul trattamento dei dati personali la
norma delle ordinanze presidenziali attuative del
decreto del 21 maggio 2008 che prevedeva di identificare
i rom, adulti e bambini.
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Consiglio di Stato, decisione del 19 giugno 2009 n.
4084: é
legittimo il diniego al rinnovo del permesso di
soggiorno dello straniero che non possa dimostrare lo
svolgimento di attività lavorativa alla scadenza del
periodo di tolleranza di sei mesi di iscrizione nelle
liste di collocamento di cui all’art. 22 c. 11 del T.U.
o comunque prima della scadenza del permesso di
soggiorno. Una mera promessa di assunzione, successiva
alla scadenza del permesso di soggiorno, non è
sufficiente per ottenere il rinnovo del medesimo, ma
potrebbe giustificare, unitamente ad altre circostanze,
la presentazione di un’istanza di riesame che
l’Amministrazione può valutare ai sensi dell’art. 5 c. 5
del T.U.
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Consiglio di Stato, decisione del 19 giugno 2009 n.
4075: é
ammesso il ricorso tardivo oltre i termini di scadenza,
per motivi di errore scusabile, quando nel provvedimento
di diniego al rinnovo del permesso di soggiorno non
venga indicato con precisione il termine per la
proposizione del ricorso, ma si richiami soltanto
genericamente la legge n. 1034/71.
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Consiglio di Stato, decisione del 19 giugno 2009 n. 4064: il
rilascio di un permesso di soggiorno per attesa
occupazione di cui all’art. 22 comma 11 del T.U.
immigrazione non può essere ottenuto dallo straniero
che, dopo avere fatto ingresso in Italia per lavoro
subordinato, abbia cessato l’attività lavorativa prima
di avere ottenuto il rilascio del permesso di soggiorno
e non abbia effettivamente proceduto all’iscrizione alle
liste di collocamento.
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TAR Lazio Sentenza del 29 maggio 2009 n. 5354: é
legittimo il provvedimento con il quale una Ambasciata
italiana ha respinto la richiesta di visto d’ingresso
per turismo presentata da un cittadino straniero nel
caso in cui quest’ultimo non abbia fornito prova alcuna
del possesso di idonee fonti di reddito tali da palesare
la probabilità del suo rientro nel Paese di origine e
comunque non sia possibile comprendere le reali finalità
del viaggio
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Consiglio di Stato, decisione del 29 aprile 2009 n. 2711: la
disposizione di cui all’art. 26 c. 7 bis del d.lgs. n.
286/98 (T.U. immigrazione) che prevede la revoca del
permesso di soggiorno e conseguente espulsione dello
straniero che abbia subito una condanna definitiva per
reati collegati alla tutela del diritto d’autore, può
trovare applicazione solo con riferimento al permesso di
soggiorno per motivi di lavoro autonomo.
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Consiglio di Stato Sentenza del 28 aprile 2009 n. 2560: la
revoca del permesso non rappresenta un effetto penale
ovvero una sanzione accessoria alla condanna bensì un
effetto di natura amministrativa che la legge fa
discendere dal fatto storico costituito dall'avere
riportato una condanna per determinati reati, quale
indice sintomatico della pericolosità sociale dello
straniero.
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TAR Emilia Romagna Sentenza del 24 aprile 2009 n. 546: la
mancanza dei requisiti richiesti dalla legge costituisce
legittimo impedimento alla conclusione del procedimento
di regolarizzazione (del 2002) ed elemento ostativo al
soggiorno dello straniero nel territorio dello Stato e
come tale giustifica il diniego di permesso di soggiorno
motivato con espresso richiamo agli ostativi precedenti
penali.
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Consiglio di Stato Sentenza del 20 aprile 2009 n. 2342: il
riferimento normativo alle condanne per delitti in
materia di c.d. “tutela del diritto d’autore”, quale
automatico dato preclusivo della possibilità per lo
straniero di ottenere/mantenere il titolo abilitativo
della propria presenza in Italia è da riferirsi ai
titolari di permesso per lavoro autonomo, ed inoltre é
illegittimo il diniego di rinnovo del permesso di
soggiorno fondato su errato giudizio di pericolosità
sociale, la quale non sarebbe aprioristicamente
presumibile, dovendosi, invece, ponderare caso per caso
ed in concreto
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Consiglio di Stato, decisione del 17 aprile 2009 n. 2342: la
disposizione di cui all’art. 26 c. 7 bis del d.lgs. n.
286/98 (T.U. immigrazione) che prevede la revoca del
permesso di soggiorno e conseguente espulsione dello
straniero che abbia subito una condanna definitiva per
reati collegati alla tutela del diritto d’autore, può
trovare applicazione solo con riferimento al permesso di
soggiorno per motivi di lavoro autonomo.
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TAR Emilia Romagna Sentenza del 15 aprile 2009 n. 444: non
è applicabile, in quanto non previsto dalle specifiche
disposizioni relative alla carta per soggiornanti di
lungo periodo, l’automatismo previsto dall’art.26, c.7
bis (revoca del titolo di soggiorno in caso di condanna
per reati in materia di diritti d'autore)
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TAR Veneto Sentenza del 2 aprile 2009 n. 1064: il
soggetto destinatario di un provvedimento di espulsione
valido ed efficace, perché non impugnato e/o non
revocato, non può soggiornare in Italia e, pertanto, se
si trova nella condizione di permanenza irregolare nel
nostro territorio, non ha titolo al rilascio del
permesso di soggiorno, ovvero al rinnovo dello stesso.
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TAR Veneto Sentenza del del 1° aprile 2009 n. 799: a
fronte di una condanna intervenuta successivamente
all'entrata in vigore della legge 30 luglio 2002, n.
189, per un reato inerente la cessione di stupefacenti,
l’Autorità di pubblica sicurezza non è chiamata a
svolgere alcuna valutazione discrezionale in quanto il
provvedimento di rifiuto del permesso di soggiorno
costituisce un effetto automaticamente conseguente alla
condanna riportata e che preclude di per sé la
permanenza nel territorio dello Stato.
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TAR Veneto Sentenza del 30 marzo 2009 n. 980: a
fondamento del diniego di rinnovo del permesso di
soggiorno per motivi di giustizia non è una valutazione
di pericolosità sociale dello stesso, ma la conclusione
del procedimento penale alla pendenza del quale il detto
titolo era connesso e la non convertibilità di tale
tipologia di titolo legittimante la presenza dello
straniero in Italia.
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TAR Veneto Sentenza del 23 marzo 2009 n. 745: l’allegazione,
nella domanda di rinnovo, di un rapporto di lavoro che
la Questura ritiene di carattere fittizio,non é di per
sé automaticamente sufficiente per negare il rinnovo del
permesso di soggiorno, se vi sono nuovi elementi sananti
sopravvenuti
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T.A.R. Friuli Venezia Giulia, Sentenza del 12
marzo 2009, n. 165: le
condanne previste nell’art. 4, comma 3, del D.Lg. n.
286/1998 costituiscono motivo ex se ostativo al rinnovo
del permesso di soggiorno (e ne consentono la revoca),
con la conseguenza che l’Amministrazione legittimamente
può limitarsi a richiamare la condanna subita per negare
il rinnovo del permesso di soggiorno o revocare quello
in atto
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Consiglio di Stato Sentenza del 9 marzo 2009 n.
1340: in
sede di rinnovo del permesso di soggiorno, la disciplina
di cui all'art. 4 comma 1 lett. b) l. 30 giugno 2002 n.
189 - che equipara, agli effetti della preclusione
dell'ingresso e della permanenza nello Stato italiano,
la sentenza di patteggiamento a quella di condanna con
rito ordinario - non trova applicazione nei casi in cui
il patteggiamento per i reati ivi contemplati sia
concluso anteriormente all'entrata in vigore della l. n.
189 del 2002
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Consiglio di Stato Decisione del 20 gennaio - 2 marzo
2009 n. 1176:inpugnato il
provvedimento che aveva rigettato la domanda di rinnovo
per incompetenza territoriale (assumendosi che
l'appellante, risiedendo in Roma, avrebbe dovuto
presentare l'istanza presso gli uffici della Questura
capitolina) mentre l'odierno appellante sosteneva di
dimorare nella Provincia di Cuneo
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T.A.R. Veneto, Sentenza del 25 febbraio 2009, n.
472: é
illegittimo l'ingiustificato ritardo della Questura in
caso di silenzio serbato dalla PA nell’ambito di
procedimenti di rilascio o di rinnovo del permesso di
soggiorno, ma il sindacato giurisdizionale non può
spingersi fino a valutare la fondatezza dell’istanza.
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T.A.R. Emilia-Romagna Sentenza del 18 febbraio
2009 n. 160: é legittimo il diniego del
rinnovo del permesso di soggiorno in quanto lo straniero
é stato condannato, ancorchè con sentenze non ancora
passate in giudicato, per reati ritenuti di rilevante
allarme sociale, e il giudizio di pericolosità sociale
espresso dalla Questura è dunque stato ritenuto
legittimo e motivato
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Consiglio di Stato, Sentenza del 18
novembre 2008 - 2
febbraio 2009, n. 552: l’art.
10-bis della legge n. 241/90 è stato introdotto dalla
legge n. 15 del 2005 al fine di consentire il
contraddittorio tra privato ed amministrazione prima
dell’adozione di un provvedimento negativo e allo scopo,
quindi, di far interloquire il privato sulle ragioni
ritenute dall’amministrazione ostative all’accoglimento
dell’istanza: il procedimento per il rinnovo del
permesso di soggiorno è un procedimento ad istanza di
parte, cui si applica, quindi, la suddetta disposizione.
-
Consiglio di Stato Sentenza del 29 gennaio 2009 n. 478: rigettata
l’istanza di riesame del diniego del rinnovo del
permesso di soggiorno per “attesa occupazione”, non
avendo l’interessato prodotto nessuna documentazione
attestante un’attività lavorativa in atto prima della
scadenza
-
Consiglio di Stato, sezione sesta, decisione del 20
gennaio 2009, n. 1681: la
indisponibilità del passaporto in seguito a sequestro da
parte della Autorità Giudiziaria costituisce un
impedimento oggettivo non imputabile al ricorrente, il
quale non abbia potuto presentare tempestivamente
istanza di rinnovo del permesso di soggiorno e,
pertanto, costituisce una causa di forza maggiore che
giustifica il ritardo nella presentazione dell'istanza e
che rende illegittima l'espulsione ai sensi dell'art.
13, comma 2, lett. b), d.lgs 286/98.
-
Consiglio di Stato Sentenza del 20 gennaio 2009 n. 1081: "il
giudizio di pericolosità del ricorrente è tratto
correttamente da un fatto che, benché unico, risulta
essere di particolare gravità ed obiettivamente idoneo a
supportare il diniego del rinnovo del permesso di
soggiorno"
-
Consiglio di Stato, sezione sesta, decisione del 9
gennaio 2009, n. 1677: nel
caso di sentenza di condanna ai sensi dell'art. 444
c.p.p. che sia stata pronunciata in data anteriore
all'entrata in vigore della legge 20 luglio 2002, n. 189
(legge che ha sostituito l'art. 4, comma 3 del d.lgs
286/98, prevedendo che il rilascio o il rinnovo del
permesso stesso debbano essere denegati anche a seguito
delle pronuncia di sentenza ai sensi dell'art. 444
c.p.p.) non vi è alcun automatismo ostativo per la
permanenza nel territorio dello Stato, dato che l'art.
4, comma 3, ultimo periodo, del d.lgs 286/98, nel testo
anteriore alla novella del 2002, lo prevedeva solo nel
caso in cui l'interessato fosse considerato " una
minaccia per l'ordine pubblico o la sicurezza dello
Stato",
-
TAR Lazio Sentenza dell'8 gennaio 2009 n. 62: sono improcedibili
i ricorsi dei cittadini neocomunitari contro i passati
dinieghi di rilascio del permesso di soggiorno per
sopravvenuta carenza di interesse, atteso che la
normativa applicabile ai cittadini comunitari è ben
diversa da quella in base alla quale era stato adottato
il provvedimento impugnato.
-
TAR Veneto Sentenza del 17 dicembre 2008 n.
3870: la
mera produzione di documentazione ritenuta falsa
(quantunque basti a giustificare la revoca del permesso
di soggiorno, laddove l’interessato non sia in grado di
dimostrare di aver prodotto – nel periodo di riferimento
– adeguato e lecito reddito), non è viceversa
sufficiente per denegare - in presenza di determinate
condizioni – il rinnovo del permesso di soggiorno
-
Consiglio di Stato, sezione sesta, decisione del 17
dicembre 2008, n. 896: la condanna
per i reati in materia di diritto d'autore, ai sensi
dell'art. 26, comma 7 bis, d.lgs 286/98, comporta la
sola revoca del permesso di soggiorno rilasciato allo
straniero per motivi di lavoro, dovendosi invece
escludere analoghi effetti rispetto al rilascio del
permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo
periodo, in quanto nella previsione di cui all'art. 9
del d.lgs 286/98 non vi è menzione alcuna di un simile
automatismo
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TAR Veneto Sentenza del 3 dicembre 2008 n. 3734: non
basta per negare il rinnovo del permesso di soggiorno
che la produzione di documentazione relativa a un
rapporto di lavoro rivelatosi fittizio, se l’interessato
è in grado di dimostrare di essere in possesso, al
momento dell'adozione del provvedimento negativo da
parte della Questura, di un reddito e di un lavoro
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TAR Veneto Sentenza del 18 novembre 2008 n. 3586: é
illegittimo il diniego del rinnovo del permesso a causa
di pregresso rapporto di lavoro fittizio, se
l’interessato è in grado di dimostrare di essere in
possesso, al momento dell'adozione del provvedimento
negativo da parte della Questura, di un reddito e di un
lavoro non fittizio
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TAR Liguria Sentenza del 13 novembre 2008 n°1975: é
illegittimo il diniego del rinnovo in caso di mancato
aggiornamento del permesso di soggiorno, ossia per
omessa comunicazione di variazione del proprio domicilio
abituale, in violazione dell’art. 6 comma 8 D. Lgs. n.
286/1998
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TAR Lazio Sentenza del 30 ottobre 2008 n. 9439: lo
straniero che richiede il visto d’ingresso per turismo
non deve solo dimostrare la disponibilità dei mezzi
necessari ad assicurarne la sussistenza per la durata
del soggiorno ed il ritorno in patria ma, più in
generale, deve esibire quegli atti indispensabili a
comprovare “lo scopo e le condizioni del soggiorno
previsto” (art. 5 del trattato di Schengen e art. 4
comma 3 d. lgs. n. 286/98)
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TAR Lazio Sentenza 8 ottobre 2008 n. 8831: il
diniego di rilascio del permesso di soggiorno, richiesto
per asilo politico, non consegue automaticamente al
mancato riconoscimento dello status di rifugiato
politico, dovendo il Questore verificare la possibilità
del rilascio del permesso di soggiorno per motivi
umanitari ai sensi dell’art. 5, comma 6, del d.lgs. n.
286/1998
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TAR Liguria Sentenza del 3 ottobre 2008 n. 1728: legittimo
il diniego del rinnovo del del permesso di soggiorno per
residenza elettiva, stante l’insufficienza reddituale
della ricorrente e l’inconsistenza delle ulteriori
presunte ulteriori fonti reddituali
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Consiglio di Stato - Decisione 23 settembre 2008 n.
4580:l'amministrazione, nell'esame
di una domanda di rinnovo di permesso di soggiorno
presentata da uno straniero che sia stato condannato per
reati inerenti al traffico di stupefacenti (reati
espressamente ritenuti ostativi al rinnovo del permesso
di soggiorno dalla L. n. 189/2002), deve valutare la
complessiva pericolosità sociale dell'interessato quando
la sentenza di condanna sia stata pronunciata ai sensi
dell'art. 444 c.p.p. prima dell'entrata in vigore della
medesima legge n. 189 del 2002
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TAR Veneto Sentenza del 16 settembre n. 2876: illegittimo
il silenzio tenuto dalla Questura sulla domanda di
rilascio del permesso di soggiorno, con conseguente
condanna al risarcimento del danno per la reiterata
inadempienza
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TAR Veneto Sentenza del 23 Aprile -3 settembre 2008 n.
2648: la
revoca del permesso di soggiorno della ricorrente,
disposta all’atto della domanda di rinnovo, è
illegittima per non avere l’amministrazione tenuto conto
delle ragioni di impossibilità sopravvenuta in ordine
all’instaurazione del rapporto di lavoro che aveva
determinato il rilascio del nullaosta al lavoro con il
Decreto flussi.
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TAR Veneto Sentenza del 21 agosto 2008 n. 2574: é legittimo
il diniego rinnovo permesso di soggiorno per mancata
dimostrazione della disponibilità dei mezzi di
sussistenza e per la presentazione, unitamente
all’istanza di rinnovo, di documentazione falsa.
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TAR Liguria Sentenza del 20 agosto 2008 n. 1582 : é
illegittimo il decreto di revoca del permesso di
soggiorno per lavoro subordinato rilasciato in relazione
ai “flussi”, se manca la assunzione da parte di chi
aveva ottenuto il nullaosta al lavoro, ma vi sia stata
una successiva regolare assunzione da parte di altro
datore di lavoro
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TAR Veneto Sentenza del 22 maggio - 18 agosto 2008 n.
2426:illegittimo il diniego del
rinnovo del permesso se il giudizio di pericolosità si
fonda un presupposto erroneo, poiché la condanna per
detenzione e spaccio di stupefacenti, risalente al 1996
e attribuita al ricorrente, riguarda, in realtà, persona
diversa
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Consiglio di Stato Sentenza n. 3902 dell'8 agosto 2008: alla
riabilitazione può equipararsi l’automatica estinzione
della condanna inflitta in sede di “patteggiamento”, ai
sensi dell’art. 445 cpp, e pertanto non vi é in tali
ipotesi presenza di motivi astativi al rinnovo del
permesso
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Consiglio di Stato Sentenza n. 3885 del 5 agosto 2008: le
condanne riconducibili a violazione delle norme dettate
a protezione del diritto d’autore e di altri diritti
connessi ai sensi dell'art. 26, comma 7 del D.Lgs. n.
286/1998, sono ostative al rinnovo del permesso di
soggiorno solo qualora si tratti di permesso per lavoro
autonomo, e non di permesso per lavoro subordinato
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TAR Lazio Sentenza del 5 agosto 2008 n. 7819 : la
mancata instaurazione del rapporto di lavoro per cui lo
straniero aveva ottenuto il visto di ingresso nel 2004
(Decreto Flussi) non leggittima di per sè il diniego del
rinnovo del permesso per lavoro, se, successivamente, e
trascorso oltre un anno dalla rilevata mancata
conclusione del contratto di lavoro, lo straniero ha
intrapreso una nuova attività lavorativa alle dipendenze
di altro datore di lavoro
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Consiglio di Stato Decisione del 29 luglio 2008 n. 3793: il requisito
del possesso di un reddito minimo idoneo al
sostentamento dello straniero e del di lui nucleo
familiare costituisce un requisito soggettivo non
eludibile ai fini del rilascio e del rinnovo del
permesso di soggiorno, perché attiene alla sostenibilità
dell’ingresso dello straniero nella comunità nazionale
per ragioni di lavoro subordinato.
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TAR Veneto Sentenza del 22 luglio 2008 n. 2023: é
legittimo il diniego del del rinnovo del permesso di
soggiorno a chi non abbia dimostrato di svolgere
attività lavorativa al momento della pronuncia
dell'autorità, avendo, lo stesso prodotto documentazione
fittizia ed insufficiente all'accoglimento della domanda
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TAR Lombardia - sezione di Brescia, Sentenza 19 luglio
2008 n. 821:un consistente ritardo
(2 anni) nella presentazione della domanda di rinnovo
del permesso deve essere in qualche modo giustificato,
dovendosi altrimenti desumere che nel lasso di tempo
intercorso il titolare del permesso abbia perduto ogni
interesse a rimanere in Italia, e lo abbia riacquistato
solo in seguito
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Consiglio di Stato, Sentenza del 17 luglio 2008 n. 3588: la
Questura non ha legittimamente (ed ai sensi del
richiamato art. 13, d.P.R. 394 del 1999) negato il
rinnovo del permesso di soggiorno sulla base della mera
circostanza per cui i redditi del richiedente derivavano
“almeno in parte da fonti illecite”
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Consiglio di Stato Sentenza 28 marzo - 7 Luglio 2008 n.
3350: é
legittimo il diniego del permesso di soggiorno se dagli
accertamenti era emerso, senza ombra di dubbio, che
l’interessato non aveva potuto dimostrare di possedere
redditi adeguati, in assenza di ogni specifico
riferimento ad attendibili mezzi di sussistenza.
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TAR Lombardia, sez. Brescia - sentenza del 4 luglio 2008
n. 794: ai fini del giudizio di
pericolosità sociale, rilevante in tema di rinnovo del
permesso di soggiorno, non è necessaria una condanna
passata in giudicato ma sono sufficienti elementi
indiziari tali da fare ritenere, con sufficiente
approssimazione, che il soggetto possa costituire una
minaccia per l'ordine pubblico.
-
TAR Veneto 3 Sentenza del luglio 2008 n. 2872: il
provvedimento finale sull’istanza di rilascio o rinnovo
del titolo di soggiorno deve essere necessariamente
attualizzato con l’acquisizione di nuovi elementi
istruttori allorquando, tra la formazione dell’atto ove
si è cristallizzata la valutazione dell’autorità
amministrativa relativa ad elementi di carattere
variabile e la notifica del provvedimento, sia
intercorso, come nel caso di specie, un lungo lasso di
tempo, in quanto la determinazione dell’autorità
amministrativa non può restare insensibile alle
modificazioni della situazione di fatto o di diritto
intervenute prima della notifica
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Consiglio di Stato
Sentenza del 1 luglio 2008 n. 3266: su
rinnovo del permesso di soggiorno per lavoro autonomo e
il criterio della condizione di reciprocità
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TAR Emilia Romagna Sentenza del 30 giugno 2008, n. 3141: il
parametro dell'assegno sociale, mentre non può assumere
valenza di soglia rigida e vincolante ai fini del
rinnovo del permesso di soggiorno per motivi di lavoro,
può invece senz'altro rappresentare un termine di
raffronto utile e ragionevole in base al quale valutare
il dato dell'adeguatezza reddituale, assieme alle
concrete prospettive lavorative, come pure la durata
della sua permanenza in Italia e il grado di inserimento
sociale, documentato ad esempio dal percorso lavorativo
pregresso e dall'esistenza di vincoli familiari.
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Consiglio di Stato Sentenza del 29 aprile - 25 giugno
2008 n. 3239: é
illegittimo il diniego del rinnovo del permesso di
soggiorno per lavoro subordinato nel caso di causa di un
infortunio subito dallo straniero, con conseguente
temporanea impossibilità di svolgimento di attività
lavorativa, senza però che fossero totalmente venuti
meno legittimi mezzi di sostentamento, e con successiva
ripresa del lavoro
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TAR Toscana Sentenza del 7 maggio - 23 giugno 2008, n.
1649: gli
elementi relativi alla situazione reddituale devono
comunque essere prodotti, in sede amministrativa, prima
della data di emissione del provvedimento e
l’amministrazione, in tal caso, è obbligata a tenerne
conto, anche ai sensi dell’art. 5, comma 5, d. lgs. n.
286/98.
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TAR Emilia Romagna Sentenza del 5 - 19 giugno 2008, n.
2697:irrilevanza della concessione del
beneficio della sospensione condizionale della pena,
allorché la condanna riportata dallo straniero sia, per
l’appunto, di natura ostativa ex art. 4, comma 3 T.U. n.
286/1998, al rinnovo del permesso di soggiorno
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TAR Piemonte, Sentenza del 16 giugno 2008 n. 1378: è
del tutto infondata la tesi secondo la quale il
ricorrente non ha rinnovato il permesso a causa dello
stato detentivo, atteso che l’amministrazione, dopo la
scarcerazione, lo ha posto in condizione di
regolarizzare la propria posizione, ma egli ha preferito
non attivarsi in tale senso.
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TAR Lazio Sentenza dell'11 Giugno 2008 n. 6317: é
illegittimo il decreto di revoca del permesso di
soggiorno per lavoro subordinato rilasciato in relazione
ai “flussi” dell’anno 2005, nonostante manchi la
assunzione da parte di chi aveva ottenuto il nullaosta
al lavoro, ma vi sia stata una successiva regolare
assunzione
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TAR Emilia Romagna Sentenza del 6 Giugno 2008 n. 2342: in
merito alla situazione familiare va inoltre rilevato che
non può costituire ragione valida di diniego la sua
separazione dal marito e la cessazione della convivenza,
atteso che si tratta di condizioni del tutto ininfluenti
sulla situazione lavorativa, alloggiativa della
ricorrente.
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TAR Veneto - sentenza del 5 giugno 2008 n. 1664: l'amministrazione
procedente è tenuta, ai fini della valutazione della
sussistenza dei requisiti prescritti dalla legge, a
valutare anche gli elementi sopraggiunti ex art. 5 comma
5 del T.U. del 98/286
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TAR Veneto - sentenza del 5 giugno 2008 n. 1663: l'eventuale
produzione di documentazione fondante la richiesta per
il rinnovo del permesso di soggiorno relativa a rapporti
di lavoro rivelatisi fittizi, ove non risulti emessa
alcuna sentenza di condanna, non comporta, per ciò
stesso il diniego o la revoca del provvedimento
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TAR Sicilia Sentenza 7 maggio - 4 giugno 2008 n. 739: l’art.5
del D.Lgs.vo n.286/1998 al comma 5 non contempla anche
il riesame in autotutela delle situazioni già in
precedenza valutate positivamente, sicchè il permesso di
soggiorno concesso non può essere successivamente
revocato.
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TAR Emilia-Romagna Sentenza del 29 maggio 2008 n. 2087: deve
ritenersi devoluta alla giurisdizione del giudice
ordinario anche l’impugnazione della revoca del permesso
di soggiorno qualora la ricorrente, come nel caso in
esame, invochi l’applicazione in proprio favore delle
norme e dei principi in tema di ricongiungimento
familiare
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TAR Marche Sentenza del 6 febbraio - 29 maggio 2008
n. 414: legittima la revoca del
permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato
ad un cittadino straniero, essendo stato lo stesso
destinatario di una precedente espulsione con
accompagnamento alla fontiera e senza richiesta di
revoca della medesima.
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TAR Puglia Sentenza del 26 marzo - 17 maggio 2008, n.
1387: é
illegittimo il diniego di rilascio del permesso di
soggiorno basato unicamente sulla constatazione della
revoca dell’autorizzazione al lavoro, a seguito di
rinuncia del datore di lavoro, senza che venisse
effettuata un’istruttoria in merito alla sussistenza di
sopravvenienze che, se valutate, avrebbero consentito il
rilascio dell'atto richiesto
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TAR Veneto Sentenza del 22 aprile - 12 maggio 2008 n.
1289: é
infondato il ricorso avverso il diniego di rinnovo del
proprio permesso di soggiorno, essendo accertata in
maniera inequivocabile la sua pericolosità sociale del
reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina
commesso dal ricorrente
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TAR Campania sentenza del 7 maggio 2008 n. 5093: l’accertamento
in via amministrativa della fittizietà del rapporto di
lavoro, stante la valenza endoprocedimentale delle
risultanze di detto accertamento, costituisce comunque
elemento idoneo a determinare il rigetto dell’istanza, a
prescindere dall’esito del procedimento penale circa la
falsità dei documenti sottesi al rapporto di lavoro mai
concretizzatosi.
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TAR Lazio Sentenza del 23 aprile 2008 n. 3507: poiché
al momento dell’adozione del provvedimento impugnato la
posizione del ricorrente era mutata – non trattandosi
più di studente, ma di lavoratore autonomo (come
dimostra la documentazione prodotta in giudizio) –
l’Amministrazione, nell’esaminare l’istanza di rinnovo,
avrebbe dovuto tener conto dell’attuale situazione di
fatto del richiedente, ben diversa da quella
originaria.
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TAR Puglia sentenza del 17 - 22 aprile 2008 n. 965: per
avvalersi del disposto, di cui all'art. 22 comma 9 del
d.lgs. n. 286/1998, dettato in favore di coloro che, già
destinatari di un permesso di soggiorno per motivi di
lavoro, abbiano perduto il posto di lavoro, l’istante ha
l’onere di dimostrare di aver posseduto una stabile
occupazione legittimante il rilascio del titolo
richiesto.
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Consiglio di Stato - Decisione 29 gennaio - 22 aprile
2008 n. 1840: ai
fini della concessione del rinnovo del permesso di
soggiorno, l’esistenza di un passivo di impresa, invero,
non coincide con l’omessa retribuzione del lavoro
prestato nell’ambito della medesima società, anche da
parte dei soci. La temporanea passività dell’impresa,
inoltre, non determina necessariamente lo stato di
insolvenza dell’imprenditore, né l’incapacità di
quest’ultimo di sostenersi e di contribuire al bilancio
familiare
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TAR Toscana Sentenza dell'11 aprile 2008, n. 1028: l’amministrazione
affronta la questione del bilanciamento fra l’interesse
del ricorrente alla conservazione della propria
situazione personale e familiare e l’interesse pubblico
all’allontanamento di un soggetto resosi responsabile di
un delitto di particolare gravità, ed assegna prevalenza
al secondo sulla base di una valutazione discrezionale
di per sé certamente non illogica
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TAR Lazio Sentenza del 3 aprile 2008 n.
2844: é
illegittimo il diniego di rinnovo del permesso di
soggiorno in quanto sentenza di condanna su cui si basa
il diniego, poiché pronunciata anteriormente all’entrata
in vigore delle modificazioni introdotte dalla legge
30.7.2002, n. 189, non potrebbe costituire automatica
preclusione al rilascio del richiesto rinnovo e ciò in
applicazione del principio della irretroattività della
legge.
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TAR Emilia Romagna sentenza del 3 Aprile 2008 n. 1248 : é
legittimo il il rinnovo del permesso, già rilasciato a
titolo umanitario (nel caso di specie ai sensi dell'art.
18 comma 5 d.lgs. 25 luglio 1998 n. 286), anche per
altri diversi motivi, compreso quello di svolgimento di
attività lavorativa.
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Consiglio di Stato sentenza 11 marzo 2008 n. 1031: la
condanna inflitta in sede penale (nel caso di specie, ex
artt. 444 e seguenti c.p.p.) non dovrebbe dare luogo ad
una presunzione assoluta di pericolosità sociale,
indipendentemente dalla situazione complessiva del
soggetto interessato e dall’eventuale insorgenza di
nuovi elementi di valutazione: la condotta sanzionata
(furto di tre capi di abbigliamento di scarso valore in
un grande magazzino) si é successivamente rivelata –
secondo la documentazione depositata in atti –
manifestazione di una patologia (bulimia nervosa e
cleptomania), regredita dopo un periodo di ricovero
presso una casa di cura
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TAR Toscana sentenza del 20 marzo 2008 n. 426: é illegittimo
negare il rinnovo del permesso di soggiorno per lavoro
subordinato perchè il richiedente non ha conseguito, in
passato, un reddito annuo quantomeno pari all'importo
dell'assegno sociale; ciò che conta è verificare se al
momento della presentazione dell'istanza di rinnovo il
richiedente è titolare di un contratto di soggiorno
(anzi, più correttamente, tale verifica va operata al
momento della decisione sull'istanza stessa, secondo
l'orientamento espresso dalla Corte di Cassazione)
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TAR Emilia Romagna sentenza del 14 Febbraio 2008 n. 212: l’art.32
del D.lgs. n. 286/1998 consente che al cittadino
straniero divenuto maggiorenne può essere rilasciato il
permesso di soggiorno per motivi di accesso al lavoro o
per subordinato o autonomo. Quando si parla di “minori
affidati” si fa riferimento (secondo la Corte
Costituzionale con sentenza n. 184/1983) non solo a
quelli sottoposti ad affidamento amministrativo o
giudiziario ma anche a quelli sottoposti a tutela ai
sensi degli articoli art. 343 e seguenti del Codice
Civile
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TAR Umbria Sentenza del 23 gennaio - 7 febbraio 2008 n.
51:illegittimo il silenzio serbato, per
un periodo di oltre un anno, dalla Questura in merito
all'istanza di rinnovo del permesso di soggiorno
presentata da un cittadino straniero. Silenzio peraltro
protrattosi anche dopo la notifica di apposita diffida a
provvedere, e di successivo atto di ricorso al TAR volto
ad ottenere l'annullamento del c.d. "silenzio-rifiuto"
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TAR Puglia Sentenza del 6 febbraio 2008 n. 361: illegittimo,
per contradditorietà tra provvedimenti, il diniego di
rinnovo del permesso di soggiorno motivato sulla base
dell'esistenza di un decreto di espulsione risalente a
data antecedente il rilascio del permesso da rinnovare
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TAR Campania - sentenza del gennaio 2008 n. 178: é
legittimo il diniego del rinnovo del permesso richiesto
con conversione per lavoro autonomo se al momento della
presentazione della domanda non si ha ancora la licenza
per l'esercizio della attività.indicata
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TAR Sicilia Sentenza del gennaio 2008 n. 82: una
condanna riportata dal richiedente il rinnovo del
permesso per lavoro autonomo non può considerarsi
automaticamente ostativa al soggiorno in Italia, se ha
beneficiato della sospensione condizionale della pena
per la condanna ed è stato ammesso alla misura
alternativa dell’affidamento in prova ai servizi
sociali.
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TAR Campania Sentenza del 9 gennaio 2008 n. 745: non
tutte le ipotesi di furto aggravato costituiscono
impedimento al rinnovo del permesso di soggiorno, atteso
che ai sensi dell'art. 4 comma 3, terzo periodo, del
D.Lgs. n. 286/98, come modificato dalla L. n. 189/02,
sono di ostacolo all'ingresso o alla permanenza in
Italia le condanne, anche a seguito di applicazione
della pena su richiesta ex art. 444 c.p.p., per reati
previsti dall'art. 380, commi 1 e 2 del codice di
procedura penale, oltre ad altri reati espressamente
individuati dalla norma
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TAR Toscana sentenza 4 luglio – 1 ottobre 2007 n. 2918: la
condanna penale pronunciata secondo il rito regolato
dagli artt. 444 e segg. del c.p.p. per i reati specifici
menzionati dall’art. 26 del Testo Unico non é
equiparabile, ai fini del diniego del rinnovo del
permesso per lavoro autonomo, a quella emessa a seguito
di dibattimento
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Consiglio di Stato - Decisione del 3 Marzo 2007 n. 1024: qualora
la cittadina extracomunitaria eserciti un’attività
diversa da quella prevista nel permesso di soggiorno e
tale attività non sia un’attività lecita, la Pubblica
Autorità è legittimata ad emettere un decreto di
espulsione.
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Consiglio di Stato Decisione 17 ottobre-14 novembre
2006 n. 6697:il semplice ritardo
nel proporre la richiesta di rinnovo del permesso di
soggiorno - nella specie di circa quattro mesi - non
determinava automaticamente l’espulsione dello straniero
cui era scaduto detto permesso, dovendosi procedere
preventivamente, da parte dell’Autorità di polizia, alla
disamina della sua istanza di rinnovo per accertare
l’eventuale venir meno dei presupposti del rinnovo
medesimo.
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TAR Friuli Venezia Giulia - Sentenza 18
ottobre 2006 n. 645: annullato
il provvedimento adottato dal Sindaco che ordinava di
adeguarsi alle norme che fanno divieto di comparire
mascherati in luogo pubblico, espressamente includendo
tra i “mezzi atti a rendere difficoltoso il
riconoscimento della persona” anche “il velo che copre
il volto”.
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Consiglio di Stato Decisione 31 marzo-11 settembre 2006,
n. 5240: il
termine indicato nell’articolo 5, comma 4, D.Lgs 286/98
per la richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno,
non essendo contemplata alcuna conseguenza sanzionatoria
per l’ipotesi di una sua inosservanza, non assume natura
perentoria, bensì ordinatoria o acceleratoria, al fine
di consentire il tempestivo disbrigo della relativa
procedura ed evitare che lo straniero possa trovarsi in
situazioni di irregolarità rispetto alla normativa che
ne consente il soggiorno in Italia.
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TAR Piemonte Sentenza del 31 marzo 2006 n. 1588: é
illgittimo il diniego del rinnovo del permesso se il
provvedimento impugnato appare privo di adeguata
motivazione circa l’autorità tedesca che ha provveduto
alla segnalazione del nome del ricorrente nel S.I.S.
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TAR Friuli Sentenza 8 - 22 Marzo 2006 n. 199: mentre
la legge (articolo 4 D.L.vo n. 286/90) e il regolamento
(articolo 13, comma 2, DPR n. 394/99) fanno generico
riferimento alla necessità di disponibilità di mezzi di
sostentamento, che ovviamente non si identificano
solamente in un reddito proprio, non è dato comprendere
come la P.A. possa sostenere che gli atti posti ad
integrazione dell’istanza ( e cioè l’essere la
ricorrente con la propria figlia a carico del compagno
convivente) “non sono pertinenti al procedimento
amministrativo”, e cioè non sarebbero rilevanti nella
fattispecie.
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