In questa sezione le principali pronunce dei Giudici di
Pace, Tribunali e Cassazione in materia civile, suddivise in
base alle principali tematiche trattate ed inordine
cronologico, Per aprire e leggere l'intero documento basta
cliccare sul titolo del provvedimento.
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asilo e rifugiati
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cittadinanza italiana e apolidia
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discriminazione
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espulsioni
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famiglia e minori
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lavoro
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lavoro in pubbliche amministrazioni
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soggiorno
ASILO E RIFUGIATI
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Corte di Cassazione Ordinanza del 30 giugno - 11
ottobre 2011:ammissibile il
riconoscimento dello status di asilo politico per le
persecuzioni subite a mezzo di atti di violenza
fisica e psichica e di provvedimenti amministrativi
e giudiziari messi in atto da organi dello Stato del
Togo a causa della sua appartenenza al partito di
opposizione e dell'essere figlio di un esponente
influente di tale partito che per tale motivo era
stato incarcerato e presumibilmente ucciso in
carcere.
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Tribunale di Roma Sentenza del 21 giugno 2011 n.
5944: "rilevato
che esistono fondati elementi che inducono a
ritenere che il rientro nel paese di origine
esporrebbe la ricorrente a situazioni di grave
rischio, stante il perdurare ed il diffondersi di
numerosi conflitti locali, a sfondo politico, etnico
e religioso, e di un clima generale di violenza, in
un contesto di assoluta carenza delle condizioni
minime di sicurezza, soprattutto in relazione alla
condizione femminile (...) si riconosce alla signora
(...) nata in Nigeria (...) la protezione
sussidiaria di cui all’art. 14 del d.lgs. 19
novembre 2007, n. 251, richiamato dall’art. 2, lett.
F) del d.lgs. 28 gennaio 2008 n. 25"
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Tribunale di Verona Decreto del 9 giugno 2011: protezione
umanitaria in ragione dell'orientamento sessuale del
richiedente. Annullato il provvedimento di diniego
al rilascio di un permesso di soggiorno ex art. 5,
c.6 D.Lgs.286/98.
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Corte di Cassazione Civile Sentenza del 23 dicembre
2010 n. 26056:al fine della
concessione o negazione dello status di rifugiato, è
doverosa ampia indagine, acquisendo completa
documentazione anche officiosa e di complessiva
valutazione anche della situazione reale del Paese
di provenienza, doveri imposti dal D.Lgs. n. 25 del
2008. Secondo detta norma, ciascuna domanda deve
essere esaminata alla luce di informazioni
aggiornate sulla situazione del Paese di origine del
richiedente asilo, informazioni che la Commissione
Nazionale fornisce agli organi giurisdizionali
chiamati a pronunciarsi su impugnazioni di decisioni
negative.
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Corte di Cassazione, Sezioni Unite civili, sentenza
del 21 aprile 2009, depositata il 19 maggio 2009, n.
11535: le
Commissioni territoriali competenti a decidere delle
domande di asilo devono, nei casi in cui non
accolgano la domanda di protezione umanitaria,
trasmettere gli atti al Questore per l'eventuale
rilascio del permesso di soggiorno, quando ricorrano
gravi motivi di carattere umanitario, e sussiste la
giurisdizione del giudice ordinario su un
provvedimento del Questore di diniego di rilascio
del permesso di soggiorno per motivi umanitari,
richiesto ai sensi dell'art. 5, sesto comma del
d.lgs n. 286 del 1998.
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Corte di Cassazione - Sentenza del 2
febbraio 2005 n. 2091: non
spetta il riconoscimento dello status di rifugiato a
qualunque soggetto che si allontani da un paese nel
quale, notoriamente, sussista grave e diffusa
compressione dei diritti civili, spettando lo status
solo a colui che versi nel fondato timore di essere
personalmente perseguitato inragione delle proprie
idee o della propria condizione.
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CITTADINANZA ITALIANA E
APOLIDIA
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Tribunale di Lecce sentenza del 5 Marzo 2010: va
equiparata all'apolide una cittadina cubana che ha
acquisito rispetto all'ordinamento di detto Paese la
qualifica di emigrante e perciò perduto diritti e
prestazioni essenziali, costituenti l’in se della
cittadinanza cubana
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Corte di Appello di Salerno, Decreto del 20 agosto
2009, n. 32: il
figlio minore, nato dal matrimonio tra cittadini
stranieri, che in seguito a separazione giudiziale,
viene affidato ad uno di essi, ha diritto ad
ottenere la cittadinanza italiana anche nel caso in
cui l’altro genitore, non affidatario, diventa
cittadino italiano dopo la separazione. Per la Corte
quello che è importante che si mantenga un rapporto
tale da assicurare “la continuità di uno stabile
rapporto familiare con il genitore divenuto
cittadino italiano, il quale continua ad esercitare
la sua potestà nelle forme di legge, così da poter
assicurare l’effettiva sussistenza del vincolo
morale e spirituale normalmente rinvenibile nel
rapporto tra genitore e figlio”
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Corte d'Appello di Firenze, sentenza dell'8 maggio
2009, n. 138: in
materia di riconoscimento giudiziario dello status
di apolidia, al pari degli altri procedimenti
riguardanti lo stato delle persone, si deve adottare
il rito camerale, in base al quale la competenza
territoriale del giudice si radica nel luogo di
domicilio o di residenza del soggetto che chiede
l'accertamento dello status, e non in quello
dell'Amministrazione convenuta.
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Ordinanza del Tribunale di Reggio Emilia del 9
aprile 2009: il
termine nazionalità non ha alcuna specifica
denotazione sul piano del linguaggio giuridico e
giuridicamente deve essere ritenuta equivalente alla
nozione di cittadinanza, né si rammenta alcun
precedente giurisprudenziale che autorizzi la
distinzione proposta, atteso che nella
giurisprudenza della S.C. l’uso dell’uno e
dell’altro termine appare del tutto indifferente.
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Corte di Cassazione - Sentenza 11 aprile – 22
novembre 2007 n. 24312: l'effetto
preclusivo dell'acquisto della cittadinanza,
previsto dall'art. 6 della legge n. 91 del 1992,
dipende non tanto dalla mera irrogazione della
sanzione penale, quanto dall'accertamento della
responsabilità e dal giudizio di colpevolezza e
pertanto non può derivare dalla pronuncia della
sentenza di applicazione su richiesta ma richiede
una vera e propria sentenza di condanna.
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DISCRIMINAZIONE
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Tribunale di Milano, sez. lavoro, Ordinanza
depositata il 12 gennaio 2012 n. 15243/2011 RG: dichiarato
illegittimo in quanto avente carattere
discriminatorio l’art. 3 del Bando nazionale per la
selezione di 10.481 volontari da impiegare in
progetti di servizio civile in Italia e all’estero
(il c.d. Servizio Civile Nazionale), nella parte in
cui ha previsto il requisito della cittadinanza
italiana.
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Tribunale di Milano Sentenza del 20 dicembre 2011 n.
6287:illegittimità
dell’esclusione degli infermieri extracomunitari dai
concorsi pubblici e dalle procedure di
stabilizzazione del personale nella Pubblica
Amministrazione.
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Corte di Cassazione Sentenza del 1° settembre 2011
n. 17966: il
cittadino marocchino in possesso del permesso di
soggiorno ma non della carta di soggiorno può
ottenere le prestazioni di cui alla legge n. 118 del
1971
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Tribunale di Genova, ordinanza del 16 agosto 2011: discriminatoria
l’esclusione dei cittadini di Paesi terzi non membri
dell’UE dalle selezioni per gli incarichi di
rilevatori comunali nel censimento generale della
popolazione
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Tribunale di Milano, Sezione Lavoro, sentenza del 12
agosto 2011:Censimento generale
della popolazione - I Comuni non possono escludere i
cittadini extracomunitari dalle selezioni per il
reclutamento dei rilevatori addetti al censimento
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Tribunale di Firenze, Ordinanza depositata il 9
agosto n. 2940/2011 R.G: l’assegno
di maternità comunale va riconosciuto anche alle
donne apolidi
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Tribunale di Trieste ordinanza del il 5 agosto 2011
n. 479/2011: il
requisito di anzianità di residenza costituisce una
discriminazione indiretta o dissimulata vietata
dall'ordinamento dell'Unione europea, in quanto
contrario al principio di libertà di circolazione
dei cittadini di altri Paesi membri dell'UE e a
quello di parità di trattamento previsto a favore
non solo dei cittadini comunitari, ma anche di altre
categorie di cittadini stranieri di Paesi terzi non
membri dell'UE, ma ugualmente protetti da specifiche
norme di diritto europeo (i titolari del permesso di
soggiorno CE per lungo soggiornanti e i rifugiati e
i titolari della protezione sussidiaria)
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Tribunale di Milano ordinanza depositata il 13
luglio 2011:discriminatorio il
comportamento del Ministero dell’Interno che
impedisce agli stranieri esclusi illegittimamente
dalla procedura di emersione per effetto
dell’applicazione dell’art. 14 c. 5 ter d.lgs. n.
286/98 di poter chiedere la riapertura del
procedimento, rendendo così impossibile la fruizione
della parità di trattamento spettante ai lavoratori
regolari.
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Tribunale di Monza ordinanza depositata il 10 giugno
2010 n. 36:discriminatoria la
condotta del Comune che non concede ai lungo
soggiornanti l’assegno INPS per i nuclei familiari
numerosi
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Tribunale di Vicenza ordinanza depositata il 31
maggio 2011 n. 1684: discriminatoria
la condotta del Comune che aumenta arbitrariamente i
parametri per il rilascio dei certificati di
idoneità abitativa degli alloggi in uso agli
stranieri
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Tribunale di Milano, ordinanza depositata il 2
maggio 2011:“l’Amministratore
pubblico che invita pubblicamente la cittadinanza a
non affittare agli stranieri commette un atto di
discriminazione”
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Tribunale di Brescia ordinanza del 31 marzo 2011
n. 588:discriminatoria
l'ordinanza del Comune di Calcinato che chiedeva
agli stranieri un reddito minimo e l'idoneità
dell'alloggio ai fini dell'iscrizione anagrafica
e subordinava l'ospitalità di cittadini
stranieri all'idoneità abitativa
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Tribunale di Bologna Sentenza depositata l'8
marzo 2011 n. 528/2010: sulla
base di quanto previsto dal diritto comunitario
e, specificatamente, dall'art. 39 del TCE, così
come interpretato dalla Corte di Giustizia
europea, i posti di lavoro della Pubblica
Amministrazione possono essere messi a
disposizione esclusivamente dei cittadini dello
Stato solo ove gli stessi comportino un
esercizio del potere di imperio con funzioni
caratterizzate da definitività, continuità e
abitualità. Nel caso in esame , trattandosi di
contratti a tempo determinato, l'Amministrazione
non poteva certo avvalersi della deroga prevista
dalla normativa europea.
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Tribunale di Lodi Ordinanza del 18 febbraio 2011
RG 371/11: la
situazione soggettiva della ricorrente doveva
godere di particolare protezione in quanto
titolare di carta di soggiorno ai sensi della
normativa di recepimento della direttiva
comunitaria n. 109/2003, la quale prevede
espressamente una clausola di parità di
trattamento nell'accesso alle attività
lavorative subordinate o autonome, purchè non
implichino, nemmeno in via occasionale la
partecipazione all'esercizio di pubblici poteri
(art. 11 comma 1).
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Corte di Cassazione, ordinanza del 15 febbraio
2011 n. 3670:respinto il
ricorso per regolamento di giurisdizione
presentato dall’amministrazione comunale di
Brescia contro i provvedimenti che avevano
costretto il Comune ad elargire il bonus bebé
anche ai residenti non aventi la cittadinanza
italiana o comunitaria. La competenza rimane al
giudice ordinario
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Tribunale di Biella, Ordinanza del 23 luglio
2010 n. 345: discriminatoria
la decisione dell'Azienda Sanitaria, che aveva
negato la partecipazione ad un concorso pubblico
per collaboratori sanitari ad una candidata in
quanto priva della cittadinanza italiana o di un
altro Paese dell'Unione europea, in quanto in
contrasto con il principio di parità di
trattamento in materia di occupazione tra
lavoratori migranti e lavoratori nazionali
imposto dalla legge di ratifica della
Convenzione OIL (Organizzazione Internazionale
del Lavoro) n. 143/1975
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Tribunale di Roma, ordinanza del 27 maggio 2010: non
è discriminatorio il comportamento di un
direttore responsabile di un periodico nel quale
vengono pubblicati annunci economici che
contengono forme di discriminazione su base
etnico-razziale o religiosa.
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Tribunale Civile di Brescia, Ordinanza del 19
Gennaio 2010 n. 4536/09: riconopsciuta
la discriminazione collettiva contenuta nella
delibera del comune di Chiari che aveva promosso
un bando per l'assegnazione di borse di studio a
favore di studenti di scuole secondarie ed
universitari riservato esclusivamente ai
cittadini italiani residenti. Conseguentemente,
il giudice di Brescia ha ordinato al Comune di
modificare la delibera, escludendo la clausola
discriminatoria di cittadinanza, e di fissare
nuovi termini di scadenza per la presentazione
delle domande di partecipazione al concorso.
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Tribunale Civile di Milano Ordinanza dell'11
gennaio 2010 n. 9083: è
discriminatoria la norma di cui al D.M. n.
56/2009 che riserva l'accesso alle graduatorie
per i lettori di lingua straniera ai soli
cittadini italiani o dei Paesi membri
dell'Unione europea, con una possibilità
limitata e residuale per i cittadini di altri
Paesi qualora debba essere insegnata una lingua
che sia ufficiale esclusivamente in Paesi non
comunitari e ove non siano reperibili candidati
in possesso della cittadinanza comunitaria.
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Tribunale di Brescia, sez. lavoro, Ordinanza del
25 settembre 2009:discriminatorio
e, dunque, illegittimo il licenziamento operato
nei confronti della badante straniera dal datore
di lavoro non intenzionato a regolarizzarla in
base all'art. 1 ter della legge n. 102/09. Il
licenziamento va dunque annullato e la
lavoratrice deve essere reintegrata nel posto di
lavoro.
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Tribunale di Bolzano, ordinanza del 16 giugno
2009 n. 379:discriminatorio
il bando della Provincia autonoma di Bolzano/Bozen
che assegna ai soli cittadini dell’Unione
europea finanziamenti finalizzati
all’apprendimento di lingue straniere,
escludendo i cittadini extracomunitari titolari
di permesso di soggiorno CE per lungo
soggiornanti.
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Tribunale di Parma Ordinanza del 13 Maggio 2009: il
requisito della cittadinanza é irragionevole e
discriminatorio ai fini dell’accesso al lavoro
allorché si tratti di attività semplici
realizzate dal p.a. nei suoi momenti meramente
operativi; il requisito della cittadinanza può
essere invece validamente richiesto solo in
quanto riferito allo svolgimento di attività
comportanti l’esercizio di pubblici poteri o di
funzioni di interesse nazionale
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Cassazione Civile, Sentenza del 7 maggio 2009 n.
10504: i familiari
superstiti del cittadino extracomunitario
deceduto in un incidente stradale hanno diritto
ad accedere al risarcimento del danno a
prescindere dalla cittadinanza e senza la
verifica della condizione di reciprocità.
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Tribunale di Brescia ordinanza del 20 febbraio
2009: il Bonus bebè
previsto dal Comune di Brescia come da
destinarsi ai soli nuclei familiari di cittadini
italiani ovvero in cui almeno uno dei genitori
sia cittadino italiano è illegittimo in quanto
discriminatorio.
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Corte di Cassazione, Sez. Lavoro, Sent. n. 24278
del 29 settembre 2008: il
beneficio dell’assegno familiare per i nuclei
famigliari numerosi ed in condizioni di disagio
economico non può essere riconosciuto ai
lavoratori tunisini in base al principio di
parità di trattamento in materia di sicurezza
sociale contenuto negli accordi di associazione
euro mediterranei tra CE e Tunisia in quanto
costituisce una misura di assistenza sociale.
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Corte di Cassazione - Sezione lavoro -
sentenza 19 ottobre-13 novembre 2006, n. 24170: stranieri
disabili, iscrizione a liste collocamento speciali e
ipotesi di discriminazione
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ESPULSIONI
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Corte di Cassazione Ordinanza dell'8 settembre 2011 n.
18480:
"appare
manifesta la fondatezza del ricorso che denunzia
l'indebita valutazione di non rinnovabilità fatta dai
GdP quale ostacolo a ritenere intempestivo e quindi
invalido il decreto di espulsione de quo che appare al
proposito di rilievo richiamare, sulla rilevanza
"esterna" del lavoro stagionale anche ai fini del
tramutamento "per conversione" del titolo di soggiorno
stagionale, quanto affermato da questa Corte"
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Tribunale di Varese Decreto del 30 maggio 2011: si
disapplica per contrasto con l’art. 7 n. 1 della
Direttiva 2008/115/CE e si annulla l’espulsione
amministrativa ex art. 13 d.lgs. 286/1998 in quanto
non prescrive la concessione di un termine per la
partenza volontaria, compreso tra i sette e i trenta
giorni
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Giudice di Pace di Alessandria Sentenza del 6 maggio
2011: "l'art.
7 § 1. primo periodo, direttiva n. 115/2008/CE è
norma dotata di effetto diretto, contenendo
obbligazioni gravanti sugli Stati membri espresse in
termini non equivoci, non soggette ad alcuna
condizione e non subordinate - quanto
all'effettività – da alcun atto di ulteriore
attuazione da parte delle Istituzioni europee o
degli Stati membri. Ne consegue che una decisione di
rimpatrio deve indicare un termine -appropriato a
ciascuna situazione- del quale può disporre il
cittadino di Paese terzo per fare ritorno al proprio
Paese; termine che non può essere inferiore a sette
giorni (fatta eccezione per i casi di cui all'art. 7
§ 4 della direttiva) e non superiore a trenta, a
meno che le circostanze specifiche del caso non
rendano necessario un prolungamento di tale
termine."
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Corte di Cassazione Sentenza del 3 febbraio 2011 n.
2647: può
rimanere in Italia l’immigrato senza permesso di
soggiorno che chiede di non essere rimpatriato per
non compromettere il benessere psico-fisico del
proprio figlio piccolo nato nel nostro Paese da una
madre straniera ma residente regolarmente in Italia
per ragioni di lavoro. L'articolo 31 TUI non postula
necessariamente l'esistenza di situazioni di
emergenza o di circostanze contingenti ed
eccezionali strettamente collegate alla sua salute,
potendo comprendere qualsiasi danno effettivo,
concreto, percepibile ed obbiettivamente grave
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Corte di Cassazione Sentenza del 12 ottobre 2010 n.
21060: per
il detentore del visto uniforme Schengen non è
esigibile altro onere all'atto dell'ingresso che non
sia quello della disponibilità del predetto visto di
ingresso, potendosi poi fondare su prove documentali
ed orali la valutazione della data di ingresso nello
Stato ai fini del tempo decorso per la richiesta del
titolo di soggiorno.
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Tribunale di Torino, decisione del 6 luglio 2009
(R.G. n. 6353/2008 V.G.): L’aver
compiuto reati minori di violenza o minaccia a
pubblico ufficiale, lesioni personali e percosse,
oramai risalenti nel tempo, unitamente a denunce più
recenti per contrabbando di tabacchi e porto abusivo
d’armi non possono fondare, di per sé soltanto, un
giudizio di pericolosità sociale del cittadino
comunitario tale da giustificare l’adozione di un
provvedimento espulsivo per motivi di pubblica
sicurezza. Ugualmente, la mancata disponibilità di
fonti lecite di reddito non può essere motivo di
allontanamento per ragioni di sicurezza pubblica, in
quanto la normativa comunitaria esclude che
provvedimenti di allontanamento possano essere
motivati da ragioni di ordine economico o di
prevenzione generale. Nel caso specifico, inoltre,
non si sono tenuti in debita considerazione i legami
sociali e familiari dell’interessato con il
territorio nazionale, derivanti dalla presenza in
Italia della convivente e della loro figlia di anni
tre. Per tali ragioni, il provvedimento di
espulsione emanato dal Prefetto è illegittimo e deve
essere annullato.
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Ordinanza del Tribunale di Reggio Emilia del 9
aprile 2009: il
termine nazionalità non ha alcuna specifica
denotazione sul piano del linguaggio giuridico e
giuridicamente deve essere ritenuta equivalente alla
nozione di cittadinanza, né si rammenta alcun
precedente giurisprudenziale che autorizzi la
distinzione proposta, atteso che nella
giurisprudenza della S.C. l’uso dell’uno e
dell’altro termine appare del tutto indifferente.
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Corte di Cassazione - Sentenza 10 dicembre 2008 - 9
gennaio 2009, n. 394: nel
provvedimento di invito ad allontanarsi emesso dal
Questore a seguito di espulsione prefettizia
sussiste l'obbligo di motivazione che non può essere
soddisfatto attraverso il mero richiamo al
provvedimento prefettizio di espulsione perché
diversi sono i presupposti dell’uno e dell’altro
provvedimento e diverso ne è l’oggetto.
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Corte di Cassazione - Ordinanza del 29 gennaio - 4
luglio 2008, n. 18518: la
spontanea presentazione della domanda di rinnovo del
permesso di soggiorno oltre il termine di sessanta
giorni dalla sua scadenza non consente l'espulsione
automatica dello straniero, la quale può essere
disposta solo se la domanda sia stata respinta per
la mancanza, originaria o sopravvenuta, dei
requisiti richiesti dalla legge per il soggiorno
dello straniero sul territorio nazionale
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Corte di Cassazione
- Sentenza 29 febbraio 2008 n 5714: su
espulsioni cumulative o collettive
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Giudice di Pace di Treviso - verbale di
udienza del 20 Febbraio 2008: in
materia di accoglimento di ricorso contro espulsione
a causa "della natura e della effettività dei
vincoli familiari dell'interessato, della durata del
suo soggiorno nel territorio nazionale nonché
dell'esistenza di legami familiari, culturali o
sociali con il suo Paese d'origine”, come ora
previsto con il Decreto legislativo n. 5 dell’8
gennaio 2007
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Corte di Cassazione - Sentenza n. 1649/2007: l’immigrato
senza permesso che chiede di essere messo in regola
(nel caso in questione con la sanatoria 2002) non
può essere espulso se la procedura non si è ancora
conclusa
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Corte di Cassazione – Sentenza 11 maggio 2007 n.
10922: in
tema di espulsione dello straniero non è
configurabile un ulteriore limite derivante dal
rispetto di un supposto principio di
proporzionalità tra sanzione espulsiva ed interessi
familiari dell'espellendo, dato che la materia è
esaustivamente regolata dalla normativa vigente
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Cassazione civile - sentenza 9 gennaio - 20 marzo
2007, n. 6590: il
possesso del visto Schengen da parte
dell'extracomunitario presente nel territorio
italiano lascia presumere, salvo specifica prova del
suo ingresso clandestino o con falsificazione dei
documenti, che lo straniero abbia fatto legittimo
ingresso nello Stato, rimanendo peraltro aperto
l'ulteriore problema della mancanza di un titolo di
soggiorno
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FAMIGLIA E MINORI
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Corte di Cassazione Sentenza depositata il 7 ottobre
2011 n. 20719: limiti
alla espulsione ed al favor per la concessione del
p.d.s. per ragioni familiari di cui agli artt. 19 c.
2 lett. C del decr. legis. 286/98 e 28 c. 1 lett. B
del dPR 394/99 (avendo infatti lo straniero goduto
di p.d.s. perché convivente con la madre cittadina
italiana): la Corte di Appello ha erroneamente
posto le varie situazioni ostative (o di contro
impositive della espulsione o dell’allontanamento)
sullo stesso piano, in tal guisa valutando che i
precedenti penali dello straniero, peraltro
antecedenti al rilascio del p.d.s. del 2004, e la
indebita frequentazione di persone 'poco
raccomandabili', potessero giustificare il rigetto
della istanza di rinnovo
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Corte di Cassazione Sentenza depositata il 23
settembre 2011 n. 14964: rilevanza
giuridica alle manifestazioni di volontà del minore
relativamente alle decisioni che riguardano la sua
vita affettiva o relazionale, nella specie la
volontà di instaurare e mantenere la convivenza con
il parente straniero è stata manifestata non solo
dal minore ma anche da entrambi i genitori e
pertanto deve ritenersi integrata pienamente la
fattispecie di cui all’art. 19, 2 comma lettera c)
del d. lgs. n. 286 del 1998
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Tribunale di Treviso Sentenza del 9 maggio 2011
n. 185: rifiuto
espresso dall'ufficiale dello stato civile
avverso la richiesta di trascrizione di copia di
atto di accertamento di sussistenza dei vincoli
coniugali – il Tribunale in accoglimento del
ricorso ordina all'ufficiale dello stato civile
di procedere alla trascrizione dell'atto
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Tribunale di Piacenza Decreto del 5 maggio 2011: non
aver potuto ottenere il nulla osta previsto
dall'art. 116 c.c., poiché l'Algeria subordina
il rilascio del documento di nulla osta allo
“attestato di conversione all'Islam” proveniente
dal nubendo non musulmano (e, nel caso in esame,
il signor ... non intende aderire alla religione
musulmana) non impedisce la richiesta di
pubblicazioni e il successivo matrimonio civile
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Corte di Cassazione Sentenza del 3 febbraio 2011
n. 2647: può
rimanere in Italia l’immigrato senza permesso di
soggiorno che chiede di non essere rimpatriato
per non compromettere il benessere psico-fisico
del proprio figlio piccolo nato nel nostro Paese
da una madre straniera ma residente regolarmente
in Italia per ragioni di lavoro. L'articolo 31 TUI
non postula necessariamente l'esistenza di
situazioni di emergenza o di circostanze
contingenti ed eccezionali strettamente
collegate alla sua salute, potendo comprendere
qualsiasi danno effettivo, concreto, percepibile
ed obbiettivamente grave
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Corte di Cassazione Sentenza dell'11 gennaio
2011 n. 450: pari
tutela ai familiari di vittime di incidenti
stradali, siano essi italiani o immigrati che vivono
nel luogo d'origine. I familiari di extracomunitari
vittima di incidenti della strada nel nostro Paese
devono, infatti, essere risarciti anche se vivono
nel luogo d'origine.
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Corte di Cassazione, sentenza sentenza 14 gennaio
2010, depositata il 10 marzo 2010, n. 5856: ai
fini dell'autorizzazione temporanea all'ingresso o
alla permanenza del familiare straniero di minore
soggiornante in Italia ai sensi dell'art. 31, comma
3, d.lgs. 286/98, le condizioni di gravi motivi
connessi con lo sviluppo psicofisico del minore
previste dalla norma siano da escludersi qualora se
ne invochi la sussistenza meramente in relazione
alle ordinarie necessità di accompagnare
l'integrazione ed il processo educativo, formativo e
scolastico del minore, non trattandosi di esigenze
caratterizzate dalla temporaneità, come invece la
natura peculiare della misura richiede.
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Tribunale di Firenze, Decreto del 23 ottobre 2009: illegittima
la revoca del nulla osta al ricongiungimento
familiare precedentemente rilasciato a favore del
padre della ricorrente, motivato con riferimento
alla circostanza che il genitore fosse già presente
sul territorio nazionale. Il precario stato di
salute dell’interessato ha costituito infatti una
causa di incolpevole impossibilità di attuare il
presupposto dell'assenza del territorio nazionale,
per cui il provvedimento dell’amministrazione deve
essere annullato.
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Corte d'Appello di Firenze, Ordinanza del 12 giugno
2009: il
rilascio del visto è solo un’azione consequenziale
al rilascio del nulla osta e la rappresentanza
diplomatica non ha alcun potere discrezionale, e
pertanto l’autorità consolare non ha alcuna
discrezionalità circa la valutazione della
sussistenza dei requisiti.
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Tribunale di Forlì, Decreto 8 Giugno 2009: in
materia di ricongiungimenti familiari "allorquando
il procedimento amministrativo consti di varie fasi
distinte, ciascun atto della serie trova la sua
disciplina, in mancanza di disposizioni particolari
in senso diverso, nelle norme del tempo del suo
venire in essere".
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Tribunale di Torino - Ordinanza del 29 maggio 2009: il
d.lgs. 160/08, entrato in vigore il 5 novembre 2008,
che ha modificato l'art. 29, comma 1, lett. d), del
d.lgs. 286/98 nel senso di permettere allo straniero
di richiedere il ricongiungimento con i genitori a
carico solo ove questi non abbiano altri figli nel
Paese di origine, non può incidere sui procedimenti
di ricongiungimento familiare iniziati prima di tale
data e ricadenti sotto la disciplina previgente, nel
caso in cui lo Sportello Unico abbia già provveduto
a rilasciare il nulla osta dandone comunicazione
all'autorità consolare.
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Corte di Appello di Venezia, decreto del 22 aprile
2009, R.G. n. 112/2009: un
cittadino albanese coniuge di una cittadina rumena
residente in Italia il diritto ha al rilascio della
carta di soggiorno per famigliari di cittadini
comunitari, anche se l’interessato ha fatto ingresso
in Italia privo di visto di ingresso e non era
legalmente soggiornante in Italia al momento della
celebrazione del matrimonio.
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Corte di Cassazione -
Sentenza 29 aprile - 14 novembre 2008, n. 27224: é
ritenuto illegittimo il diniego di ingresso in
Italia per ricongiungimento familiare del cittadino
extracomunitario coniugato con cittadino/a italiana,
per il solo fatto che abbia pendente nei suoi
confronti un provvedimento di espulsione con la
relativa segnalazione nell’area Schengen.
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Corte di Cassazione, Sez. Lavoro, Sent. n. 24278 del
29 settembre 2008: il
beneficio dell’assegno familiare per i nuclei
famigliari numerosi ed in condizioni di disagio
economico non può essere riconosciuto ai lavoratori
tunisini in base al principio di parità di
trattamento in materia di sicurezza sociale
contenuto negli accordi di associazione euro
mediterranei tra CE e Tunisia in quanto costituisce
una misura di assistenza sociale.
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Giudice di Pace di Treviso - verbale di
udienza del 20 Febbraio 2008: in
materia di accoglimento di ricorso contro espulsione
a causa "della natura e della effettività dei
vincoli familiari dell'interessato, della durata del
suo soggiorno nel territorio nazionale nonché
dell'esistenza di legami familiari, culturali o
sociali con il suo Paese d'origine”, come ora
previsto con il Decreto legislativo n. 5 dell’8
gennaio 2007
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Corte di Cassazione a Sezioni Unite - Sentenza 24
luglio 2007, n. 16301: il
permesso di soggiorno emesso dal questore in
conseguenza del provvedimento, con cui il tribunale
dei minorenni autorizza un familiare
extracomunitario del bambino a restare sul
territorio italiano per soddisfare le esigenze
primarie del piccolo, è un atto dovuto e non
discrezionale. Ne deriva che la giurisdizione sulle
relative controversie compete al giudice ordinario e
non a quello amministrativo
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Corte di Cassazione Sentenza del 7 settembre 2011 n.
18384:accolto il ricorso proposto
da cittadina italiana tendente ad ottenere il rilascio
del visto di ingresso per ricongiungimento familiare in
favore del fratello affetto da malattia cronica
invalidante.
LAVORO
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Tribunale di Milano ordinanza depositata il 13
luglio 2011: discriminatorio il
comportamento del Ministero dell’Interno che
impedisce agli stranieri esclusi illegittimamente
dalla procedura di emersione per effetto
dell’applicazione dell’art. 14 c. 5 ter d.lgs. n.
286/98 di poter chiedere la riapertura del
procedimento, rendendo così impossibile la fruizione
della parità di trattamento spettante ai lavoratori
regolari.
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Corte di Cassazione Sentenza del 21 Dicembre 2010 n.
25859: lo
scambio di prestazioni di lavoro domestico, rese da
una straniera estranea alla famiglia, contro vitto,
alloggio e retribuzione pecuniaria sia pur modesta,
dà luogo a rapporto di lavoro subordinato, ove non
risultino tutti gli elementi del rapporto cosiddetto
alla pari, richiesti dalla legge 18 maggio 1973, n.
304
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Tribunale di Biella, Ordinanza del 23 luglio 2010 n.
345: discriminatoria
la decisione dell'Azienda Sanitaria, che aveva
negato la partecipazione ad un concorso pubblico per
collaboratori sanitari ad una candidata in quanto
priva della cittadinanza italiana o di un altro
Paese dell'Unione europea, in quanto in contrasto
con il principio di parità di trattamento in materia
di occupazione tra lavoratori migranti e lavoratori
nazionali imposto dalla legge di ratifica della
Convenzione OIL (Organizzazione Internazionale del
Lavoro) n. 143/1975
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Corte di Cassazione, sentenza del 26 marzo 2010 n.
7380: l'obbligo
contributivo è una conseguenza automatica
dell'obbligo retribuitivo che sussiste anche quanto
lo straniero impiegato è irregolarmente presente sul
territorio nazionale. Questo in virtù della lettura
congiunta dell'art. 2126 del c.c. unitamente
all'art. 22 del d.lgs. n. 286/98. Il fatto che il
datore di lavoro sia stato già sanzionato penalmente
per l'impiego di manodopera irregolare con la
somministrazione di un'ammenda è ininfluente
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Tribunale di Brescia, sez. lavoro, Ordinanza del 25
settembre 2009:discriminatorio
e, dunque, illegittimo il licenziamento operato nei
confronti della badante straniera dal datore di
lavoro non intenzionato a regolarizzarla in base
all'art. 1 ter della legge n. 102/09. Il
licenziamento va dunque annullato e la lavoratrice
deve essere reintegrata nel posto di lavoro.
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Corte di Cassazione, Sez. Lavoro, Sent. n. 24278 del
29 settembre 2008: il
beneficio dell’assegno familiare per i nuclei
famigliari numerosi ed in condizioni di disagio
economico non può essere riconosciuto ai lavoratori
tunisini in base al principio di parità di
trattamento in materia di sicurezza sociale
contenuto negli accordi di associazione euro
mediterranei tra CE e Tunisia in quanto costituisce
una misura di assistenza sociale.
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Corte di Cassazione Sentenza 7 maggio - 7 agosto
2008 n. 21365: é
presumibile che chi dà una mano con le faccende di
casa sia un lavoratore dipendente, e quindi gli
vanno riconosciuti stipendio e contributi. Per
dimostrare che lo fa gratuitamente, per motivi
affettivi simili a quelli che legano dei familiari,
ci vogliono “prove rigorose”.
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Tribunale di Padova, sentenza del 19 ottobre 2007 n.
737: il
rapporto di lavoro del lavoratore non comunitario
"clandestino" o irregolare, vale a dire non munito
del permesso di soggiorno, non comporta la
soppressione dei diritti patrimoniali maturati in
conseguenza dello svolgimento della prestazione
lavorativa
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LAVORO IN PUBBLICHE
AMMINISTRAZIONI
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Tribunale Civile di Milano Ordinanza dell'11 gennaio
2010 n. 9083: è
discriminatoria la norma di cui al D.M. n. 56/2009
che riserva l'accesso alle graduatorie per i lettori
di lingua straniera ai soli cittadini italiani o dei
Paesi membri dell'Unione europea, con una
possibilità limitata e residuale per i cittadini di
altri Paesi qualora debba essere insegnata una
lingua che sia ufficiale esclusivamente in Paesi non
comunitari e ove non siano reperibili candidati in
possesso della cittadinanza comunitaria.
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Tribunale di Parma Ordinanza del 13 Maggio 2009: il
requisito della cittadinanza é irragionevole e
discriminatorio ai fini dell’accesso al lavoro
allorché si tratti di attività semplici realizzate
dal p.a. nei suoi momenti meramente operativi; il
requisito della cittadinanza può essere invece
validamente richiesto solo in quanto riferito allo
svolgimento di attività comportanti l’esercizio di
pubblici poteri o di funzioni di interesse nazionale
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SOGGIORNO
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Tribunale di Roma, Ordinanza del 18 novembre 2011: accolto
il ricorso di un cittadino egiziano transessuale
contro la decisione del Questore di Milano che gli
negava, nonostante il positivo parere della
competente Commissione territoriale, il permesso di
soggiorno per motivi umanitari.
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Corte di Cassazione Ordinanza dell'8 settembre 2011
n. 18480:"ai fini della
conversione del permesso di soggiorno per ragioni di
lavoro in permesso di soggiorno per motivi
familiari, il requisito della regolare permanenza in
Italia da almeno un anno non implica necessariamente
io svolgimento continuativo dell'attività di lavoro
nell'ambito di un unico rapporto a tempo
indeterminato"
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Corte di Cassazione Sentenza dell'11 gennaio 2011 n.
450:
pari tutela
ai familiari di vittime di incidenti stradali, siano
essi italiani o immigrati che vivono nel luogo
d'origine. I familiari di extracomunitari vittima di
incidenti della strada nel nostro Paese devono, infatti,
essere risarciti anche se vivono nel luogo d'origine.
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Corte di Cassazione, sentenza sentenza 14 gennaio
2010, depositata il 10 marzo 2010, n. 5856: ai
fini dell'autorizzazione temporanea all'ingresso o
alla permanenza del familiare straniero di minore
soggiornante in Italia ai sensi dell'art. 31, comma
3, d.lgs. 286/98, le condizioni di gravi motivi
connessi con lo sviluppo psicofisico del minore
previste dalla norma siano da escludersi qualora se
ne invochi la sussistenza meramente in relazione
alle ordinarie necessità di accompagnare
l'integrazione ed il processo educativo, formativo e
scolastico del minore, non trattandosi di esigenze
caratterizzate dalla temporaneità, come invece la
natura peculiare della misura richiede.
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Corte di Appello di Venezia, decreto del 22 aprile
2009, R.G. n. 112/2009: un
cittadino albanese coniuge di una cittadina rumena
residente in Italia il diritto ha al rilascio della
carta di soggiorno per famigliari di cittadini
comunitari, anche se l’interessato ha fatto ingresso
in Italia privo di visto di ingresso e non era
legalmente soggiornante in Italia al momento della
celebrazione del matrimonio.
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Corte di Cassazione - Ordinanza del 29 gennaio - 4
luglio 2008, n. 18518: la
spontanea presentazione della domanda di rinnovo del
permesso di soggiorno oltre il termine di sessanta
giorni dalla sua scadenza non consente l'espulsione
automatica dello straniero, la quale può essere
disposta solo se la domanda sia stata respinta per
la mancanza, originaria o sopravvenuta, dei
requisiti richiesti dalla legge per il soggiorno
dello straniero sul territorio nazionale
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Cassazione civile - sentenza 9 gennaio - 20 marzo
2007, n. 6590: il
possesso del visto Schengen da parte
dell'extracomunitario presente nel territorio
italiano lascia presumere, salvo specifica prova del
suo ingresso clandestino o con falsificazione dei
documenti, che lo straniero abbia fatto legittimo
ingresso nello Stato, rimanendo peraltro aperto
l'ulteriore problema della mancanza di un titolo di
soggiorno
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DA VENETO IMMIGRAZIONE
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